Rosa d’Ordine Magno

All’interno della Massoneria Napoletana del ‘700 in seno alla prestigiosa Loggia Perfetta Unione governata dal celebre Ermetista, Mago ed Alchimista Don Raimondo di Sangro Principe di San Severo, in virtù di un humus fecondo di saperi, il Principe creò in seno alla sua Officina, conosciuta anche come la “Di Sangro”, che già adottava il Sistema degli Alti Gradi, una ulteriore “Circonferenza Interna”. In quel tempo infatti, esistevano a Napoli tre Logge, la Carafa, la Moncada 1 e la Di Sangro, che prendevano i nomi dai Venerabili Maestri che le dirigevano. Quella del Principe, contava ben 280 Fratelli, annoverando nel piedilista i nomi più illustri del Regno di Napoli 2. Il Di Sangro ricoprendo l’Altissima Dignità di Gran Maestro, volle creare un “Cerchio Interno” 3 che sulla scìa di antichi saperi provenienti da Tradizioni Egizie, Pitagoriche e Cabalistiche, da secoli presenti ininterrottamente nell’area del Golfo, unite alla Tradizione Ermetica Napolitana, che passava dall’Alchimia Spirituale ed Operativa, codificò e diede vita agli Arcana Arcanorum, individuando i Fratelli più innanzi sul Cammino dell’Arte Regia, selezionandoli fra Massoni Aristocratici ed appartenenti ai ranghi più elevati della gerarchia militare, unitamente ad esponenti all’alta Nobiltà legata alla Corte, che già operavano con gli Alti Gradi Scozzesi. Questo “Cenacolo Iniziatico”, che univa i migliori Ermetisti del Regno, prese il Titolo Distintivo “Rosa d’Ordine Magno” che era anche il frutto dell’anagramma del nome del Principe 4. Il Cenacolo, era destinato esclusivamente a quanti avessero significative nozioni Ermetiche, volto a praticare una strutturata forma di Massoneria fortemente Operativa, la quale arricchita di un celato simbolismo e colma di molteplici aspetti Rituali vicini al mito Osirideo, generò il primo nucleo Iniziatico della nascente Massoneria Egizia, che annoverava figure di spicco quali il primogenito Don Vincenzo di Sangro, il Barone di Tschudy, Don Paolo d’Aquino Principe di Palena ed altri Illustri Fratelli quali il Principe Gennaro Carafa Cantelmo Stuart della Rocella, il Principe di Tricase, il Duca di Capodichino, il Principe Michelangelo Caetani, Giovanni Maria Guevara 7° Duca di Bovino, ed in seguito fu iniziato anche il nobile tedesco Christian von Heigelin Barone di Eyben 5, tutti legati da un rapporto Sottile ed in alcuni casi anche di sangue con il Principe Don Raimondo 6. Questo sistema Massonico ristretto, nelle sue forme più complete e perfezionate, giungerà fino ai nostri giorni nell’arco dei secoli, ininterrottamente per continua Trasmissione Iniziatica, mantenendo la denominazione di Rito Egizio Tradizionale alla quale nel tempo si perfezionerà la dicitura con l’aggiunta di Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli. L’ammissione alla “Rosa d’Ordine Magno” rappresentava la summa raggiungibile da un Iniziato nel Regno di Napoli, ma viene spontaneo pensare in buona parte del Bacino del Mediterraneo e del Vecchio Continente. Come pervenutoci da Archivi Riservati, i Canoni erano trasmessi per una via di carattere prevalentemente Alchemico 7, influenzata da saperi Rosacruciani 8.

Prova ne è l’utilizzo del simbolo della Rosa in chiave Ermetica, che stando a quanto trasmessoci riservatamente in seno al Rito Egizio Tradizionale ci risulta pervenne a Napoli per mezzo degli Alessandrini insediatisi nel Regio Nilensis 9 essendo fortemente legato al culto di Iside, come delineato anche da Apuleio nelle Metamorfosi 10. La Rosa mantenendo il suo profondo Simbolismo 11 sin dagli albori della civiltà, influenzò l’ambiente Alchemico Napolitano, ove si genereranno i primi fermenti Rosacruciani come attesta il manoscritto Osservazioni inviolabili da osservarsi dalli fratelli dell’Aurea Croce o della RosaCroce precedenti la solita professione, che ad oggi risulta il più antico statuto Rosacrociano conosciuto. In seno a questo manoscritto di fondamentale importanza custodito presso il fondo antico della Biblioteca Nazionale di Napoli, si fanno risalire “le strettissime leggi e patti” molto più addietro, agli anni 1542-43 12.

Questi documenti unitamente alla Tradizione Iniziatica Napolitana supportano la teoria che un primo corpus del movimento dei Rosa Croce abbia visto la Luce nella Capitale del Regno 13.

La Rosa d’Ordine Magno, rappresentò il Laboratorio Ermetico ove si fusero i Saperi, che univano la forte matrice Egizia, alla Via Alchemica Napolitana e pertanto indirizzandosi a Fratelli provenienti da esperienze Massoniche, fu tradotto in una Ritualità che racchiudesse tutti questi strutturati aspetti ed insegnamenti 14.

La Rosa d’Ordine Magno, pertanto rappresentò l’Atanor nel quale si fusero le Esperienze Rituali ai Saperi Ermetici, dando via ad un Rito Egizio che si rifaceva alla Tradizione dei primi Nilesi che pervennero a Napoli 15.

Tale compiuta sintesi generò aspetti Docetici ed altri Rituali, che il Principe di San Severo sapientemente tradusse Ritualmente con il fondamentale supporto del Barone de Tshudy suo Diretto Discepolo che lo aiutò a codificarli. Siffatto aspetto ad oggi è stato da alcuni ricercatori solo tracciato per sommi capi, ma questo impegnativo lavoro di esegesi delle fonti, ci ha portato a meglio poter delineare alcuni aspetti ancora ad oggi ai più misconosciuti 16.

Risulta che l’ingresso per cooptazione, fosse riservato esclusivamente alla più Alta Aristocrazia del Regno e pertanto solo ad esclusivo appannaggio di quanti realmente possedessero i quattro quarti puri di Nobiltà, unitamente alle basilari profonde conoscenze Ermetiche Operative. Risulta altresì che l’accesso fosse restrittivo anche in virtù delle Capitazioni dovute, che ammontavano, secondo quanto trasmesso, a 40 Ducati d’oro che l’Adepto lasciava in dote alla Circonferenza, una somma realmente cospicua per quell’epoca 17. Nel tempo in seno al Rito Egizio Tradizionale, pur mantenendosi una Trasmissione che si tramandava attraverso antichi Casati partendo dai Di Sangro, e susseguendo per i d’Aquino e successivamente fra alcuni esponenti della Reale Casata dei Borboni e di Antiche Famiglie Aristocratiche fino ai Nostri giorni, il criterio della purissima discendenza per lignaggio (ricordiamo che il Principe di San Severo oltre ad appartenere ad una delle più antiche e Blasonate Casate del Regno, era Grande di Spagna di I Classe ed un insigne studioso di Araldica), progressivamente verrà affiancato dall’opportunità di poter consentire l’accesso anche a Fratelli non aristocratici, purché molto avanti sul Cammino Ermetico e muniti di significative e comprovate virtù Spirituali, che avessero scoperto naturalmente la Materia Prima dell’Opera, segno manifesto dell’Iter raggiunto nell’Ars Regia, che si riteneva sotto alcuni versi, equiparabile al possesso dei quattro quarti di Nobiltà 18.

Il Rito Egizio Tradizionale, continuò con riserbo assoluto i suoi Architettonici Lavori, anche dopo l’emissione della Prammatica di Carlo VII Re di Napoli per lo scioglimento delle Logge Massoniche 19.

Questa sotterranea attività Ermetica del Rito Egizio Tradizionale, che si compiva in seno alla Rosa d’Ordine Magno è documentata dalla Missiva datata 14 novembre 1753 del Principe di San Severo, rivolta al suo Discepolo diretto Barone di Tshudy, ove si attesta l’ininterrotta attività operativa del Cenacolo Ermetico 20.

Le riunioni estremamente riservate 21 si tenevano nella dimora Avita del Principe di San Severo fino agli ultimi giorni prima del suo passaggio al di là del Velo.

 

Bibliografia

  • Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli® – Edizione Riservata Napoli 1911.
  • Domenico Vittorio Ripa Montesano, “Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale” – Ed. Riservata, Napoli 2011.
© Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli 2018.

Note

  1. Guglielmo Moncada, Principe di Calvaruso per investitura reale del 18 novembre 1745, fu Gentiluomo di Camera di Carlo di Borbone e Cavalier del Real Ordine di San Gennaro – Vittorio Spreti, Enciclopedia Storico Nobiliare, Milano – S.T.I.R.P.E. , vol. IV, pag. 643
  2. Archivio Generale de Simancas, (provincia di Valladolid, comunità della Castiglia e León) Estado, I, 211 faldone 92.
  3. In Enciclopedia TRECCANI, Voce: Massoneria, Sub: Cenni Storici al 2° capoverso.
  4. Domenico Vittorio Ripa Montesano, “Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale” – Ed. Riservata Napoli 2011.
  5. Villa Heigelin, fu edificata nel 1760, su un’antica dimora sede dell’Accademia Culturale dei Segreti di Giambattista Vico. Venne restaurata nel 1760 dall’architetto Camillo Guerra, per conto del nobile tedesco Christian von Heigelin, Barone di Eyben, che giunse a Napoli come ambasciatore di Danimarca presso la corte borbonica. Il Barone Heigelin fece disporre nella sua villa resti di mura romane, bassorilievi, statue, busti, iscrizioni e pitture di tipo pompeiano e soprattutto  egizio.
    Il Barone di Eyben nel 1761 venne iniziato alla Massoneria a Napoli, nel Palazzo dello Spagnolo alla Sanità, nel Circolo Interno della Rosa d’Ordine Magno, che continuava a svolgere i suoi Architettonici Lavori, anche dopo l’editto del Re Carlo di Borbone. Ospiti dell’ambasciatore danese nella sua bella e misteriosa dimora. A Villa Heigelin, furono  numerosi visitatori illustri, quali Luigi Capece Galeota, la Regina Maria Carolina, Johan Wolfgang Goethe, il Duca Alberto di Sassonia, la Duchessa di Chartres, il generale Winspeare, Diego Naselli d’Aragona,  il Principe Pignatelli Strongoli e tanti altri famosi massoni europei presentati dalla regina, ella stessa massone. Ruggiero di Castiglione, una Villa Massonica Nella Napoli  del 700 – Roma Atanor
  6. Il Piedilista annovera altri Aristocratici Massoni del Regno, unitamente allo Jeronimo del Principe di San Severo. Dati custoditi negli Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli – Edizione Riservata, Napoli 1911.
  7. Bègue Clavel e F. T., Storia della Massoneria e delle Società Segrete, tradotto da Carlo Sperandio, Napoli S. Pietro a Maiella 1873 pag. 239
  8. Vincenzo Soro,  il Gran Libro della Natura, Atanor Roma 1921 pag. 173.
  9. Giovanni Pugliese Carratelli, Il mondo mediterraneo e le origini di Napoli in AA.VV. Storia di Napoli, Napoli vol. I 1967 pag. 123
  10. Apuleio, Metamorfosi XI, 13. “At sacerdos, ut reapse cognoscere potui, nocturni commonefactus oraculi miratusque congruentiam mandati muneris, confestim restitit et ultro porrecta dextera ob os ipsum meum coronam exhibuit. Tunc ego trepidans, adsiduo cursu micanti corde, coronam, quae rosis amoenis intexta fulgurabat, avido ore susceptam cupidus promissi devoravi. Nec me fefellit caeleste promissum: protinus mihi delabitur deformis et ferina facies. Ac primo quidem squalens pilus defluit, ac dehinc cutis crassa tenuatur, venter obesus residet, pedum plantae per ungulas in digitos exeunt, manus non iam pedes sunt, sed in erecta porriguntur officia, cervix procera cohibetur, os et caput rutundatur, aures enormes repetunt pristinam parvitatem, dentes saxei redeunt ad humanam minutiem, et, quae me potissimum cruciabat ante, cauda nusquam! Populi mirantur, religiosi venerantur tam evidentem maximi numinis potentiam et consimilem nocturnis imaginibus magnificentiam et facilitatem reformationis claraque et consona voce, caelo manus adtendentes, testantur tam inlustre deae beneficium”.
  11. Mino Gabriele, Sul Significato dell’arte nelle forme simboliche. Parte I in Conoscenza Religiosa, Firenze, La Nuova Italia n°4, ottobre dicembre 1976, pag. 328 ss.
  12. A. Boella – A. Galli, L’Alchimia della Confraternita dell’Aurea Rosa Croce Documenti inediti selle sue origini italiane – Roma Edizioni Mediterranee, ISBN 9788827222591.
  13. Domenico Vittorio Ripa Montesano,“Origini del Rito Egizio Tradizionale” – Quaderni di Loggia – Ed. Riservata Napoli 2016, ISBN 9788894296488.
  14. Domenico Vittorio Ripa Montesano, Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale – Ed. Riservata Napoli 2011 ISBN 9788894296402
  15. N. Malaise, Les conditions de penetration e de diffusion des cultes egiptiennes en Italie, EPRO n.22, Leida 1972.
  16. A Cura del Sovrano Gran Hyerophante Generale e Gran Maestro Fratello Logos, Rito Egizio Tradizionale Storia Riti e Miti – Napoli 7 Luglio 2017 – Ed. Riservata ISBN 9788894296433.
  17. A Cura del Sovrano Gran Hyerophante Generale e Gran Maestro Fratello Logos,”Rito Egizio Tradizionale Storia Riti e Miti“- Ed. Riservata Napoli 7 Luglio 2017.
  18. Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli – Edizione Riservata Napoli 1911
  19. V. Giliberti, Polizia ecclesiastica del Regno di Napoli o sia il codice ecclesiastico del nostro Regno, Napoli Amato 1797, tomo III.
  20. Ruggiero di Castiglione, Alle Origini della Massoneria, Atanor Roma 1988, pag. 121.
  21. Archivio Storico, Napoli Giunta di Stato vol. 113. Lettera del Marchese della Sambuca al Marchese Tanucci, 26 aprile 1779