Giovanni Maria Guevara
Giovanni Maria Guevara, 8° Duca di Bovino (1712-1775) fu un nobile, massone ed ermetista Italiano, conosciuto negli ambienti ermetici con lo Jeronimo di Echia 1. Fu fra i 7 gentiluomini che, legati da vincoli di fratellanza, fondarono la Rosa d’Ordine Magno che divenne il nucleo dalla quale prese vita il Rito Egizio Tradizionale 2.
Don Giovanni Maria Guevara 8° Duca di Bovino e Marchese di Arpaia, fu un nobile italiano del XVIII secolo. La famiglia Guevara rappresenta una delle più illustri Casate nobiliari del Regno di Napoli, risalenti all’epoca aragonese. Originaria della Spagna dove possedeva la contea di Ognate in Alva (Castiglia), passò nel Regno di Napoli al seguito di Alfonso I d’Aragona intorno all’anno 1442 con i fratelli Iñigo Guevara, Marchese del Vasto, Ferrante ed Alfonso, il primo fu Conte di Belcastro ed il secondo Conte d’Archi, integrando la loro influenza nel tessuto nobiliare del Mezzogiorno italiano.
Il titolo ducale fu formalmente conferito a Giovanni de Guevara da Filippo II di Spagna il 10 febbraio 1575. Il ramo specifico della famiglia a cui apparteneva il Duca don Giovanni Maria, discendeva da Guevara de Guevara, che diede origine alla linea dei Duchi di Bovino. La casata acquisì ufficialmente il feudo di Bovino nel 1563, quando Delfina Loffredo, in qualità di tutrice del figlio Giovanni de Guevara, acquistò il territorio per 38.000 ducati 3 4. Questa concessione diede inizio a una lunga dinastia che mantenne il controllo del ducato per circa quattro secoli, durante i quali i Guevara contribuirono significativamente allo sviluppo architettonico, culturale ed economico di Bovino e dei territori circostanti del Feudo. La famiglia risulta aggregata come montista al prestigioso Real Monte di Manso 5. Durante il governo del Duca don Giovanni Maria, il castello ed il borgo di Bovino furono mantenuti con grande cura ed attenzione. Le documentazioni storiche attestano che i Duchi Guevara, si dedicarono alla costruzione di edifici residenziali che caratterizzano tuttora il Borgo Antico di Bovino, oltre a realizzare opere monumentali ed infrastrutturali come grandi taverne di posta, fontane, ponti e fattorie rustiche all’avanguardia. Un episodio emblematico durante il governo del suo Ducato fu l’istituzione del Palio di Bovino nell’agosto 1748, organizzato in onore della Madonna di Valleverde. Le fonti storiche, ci tramandano che in quell’occasione ogni distretto di Bovino desiderava custodire nella propria chiesa l’effigie venerata della Madonna, generando una disputa tra i vari quartieri e confraternite. Il Duca don Giovanni Maria risolse la situazione in modo diplomatico, istituendo una competizione tra i distretti: “Destrezza e forza il Palio assegnando, al Rione che li avrà due campioni che, svelti e pieni di doni, dagli archi vincenti ritornano” Il quartiere che avesse avuto due giocatori vincenti nella corsa tra gli archi cittadini, avrebbe ottenuto il privilegio di custodire la sacra effigie 6.
Don Giovanni Maria ereditò il titolo di 8° Duca di Bovino, alla morte del suo predecessore don Iñigo nel 1748, quando aveva 36 anni 7. Don Giovanni Maria Guevara sposò donna Anna Maria Suardo, duchessa di Castel d’Airola; i loro discendenti ebbero il privilegio di poter sommare al proprio il cognome della madre, dando così origine al Casato Guevara Suardo. Donna Anna Maria, ultima discendente della sua Casata (il ramo napoletano della famiglia Suardi) in seguito alla morte, avvenuta del 1741 del nonno don Prospero Suardo. L’intero patrimonio di casa Suardo, pertanto venne incamerato dai Guevara, con la condizione di assumere in aggiunta al proprio il cognome Suardo, ed inquartarne anche le armi. I Guevara assunsero altresì il titolo di Duchi di Castell’Airola, già concesso da Filippo IV di Spagna in data 28 di ottobre 1638 a don Prospero Suardo 8.
Il Duca don Giovanni Maria diede impulso alla cultura della Capitale del Regno favorendo l’Accademia degli Oziosi con il nome accademico, di Taxis 9 ed al mondo dell’arte, promovendo il dramma musicale nei teatri. Svolse una importante attività da mecenate, facendo restaurare il Palazzo degli Studi, oggi Museo Archeologico Nazionale, gravemente danneggiato durante la rivoluzione di Masaniello.
La sua intensa attività culturale lo portò in contatto con circoli ermetici, ma il vero approccio con il mondo della Santa Scienza avvenne negli ambienti della Corte Borbonica 10, ove il Duca era molto inserito in virtù del suo lignaggio e delle sue conoscenze dirette con il Re e di sua moglie donna Anna Maria, con la Regina Carolina della quale ne divenne Dama di compagnia 11.
Su iniziativa del Duca e della sua consorte nel 1752 venne edificata a Recale, inglobando numerose strutture preesistenti, la villa Guevara di Bovino, oggi nota come villa Porfidia, che era rinomata anche per il suo vasto giardino all’italiana, accessibile direttamente dalla corte lastricata del palazzo. La villa era utilizzata dalla famiglia quale residenza di campagna quando il Re si spostava con la sua corte nella vicina Reggia di Caserta. I Duchi Guevara erano fra i nobili di corte più prossimi alla Casa Reale borbonica, ed edificarono questa prestigiosa dimora per risiedere più vicino alla corte napoletana nei periodi in cui essa si trasferiva alla Reggia di Caserta, da cui dista solo 4 km. Questa villa rappresenta ancora oggi una testimonianza tangibile dell’influenza architettonica e culturale dei Guevara nel territorio campano. Divenuto in breve tempo centro di attrazione di grandi artisti, Il giardino di Villa Guevara fu realizzato nella seconda metà del XVIII secolo per volere della Duchessa Anna Maria Suardo Guevara, Duchessa di Bovino, ove in qualità di dama di compagnia della Regina di Napoli, Maria Carolina, ne condivideva il tempo nel suo meraviglioso giardino delimitato da filari di Agapantus, muri coperti di rose, limoni e tassi centenari potati a cilindro, caratterizzato da un padiglione neoclassico, decorato con affreschi settecenteschi, che si specchia in una romantica vasca in cui fiorivano bellissime ninfee ( in Dimore Storiche Italiane ) 12.
Come ampiamente documentato questa meravigliosa tenuta fu un crocevia di intellettuali, ma anche di importanti esponenti della corte Borbonica, e quanti fra loro valenti Ermetisti quali don Raimondo di Sangro Principe di San Severo, il Principe di Teano don Michelangelo Caetani 1° Principe di Teano, 3° Principe di Caserta e 10° Duca di Sermoneta, don Gennaro Maria Carafa Cantelmo Stuart 8° Principe di Roccella ed altri illustri Massoni, che frequentavano la Loggia Perfetta Unione alla quale il Duca don Giovanni Maria, fu iniziato nel 1739, per poi nel tempo entrare a far parte della cerchia interna di Ermetisti Gentiluomini, che frequentarono intensamente il circolo alchemico creato dal Principe di San Severo, diventandone uno dei frequentatori abituali dell’appartamento della Fenice, che lo portò a divenire uno dei 7 fondatori, nella costituzione avvenuta il 10 dicembre del 1747 nel Palazzo di Sangro, della Rosa d’Ordine Magno dalla quale prese vita il Rito Egizio Tradizionale 13.
Queste assidue frequentazioni ermetiche, portarono il Duca don Giovanni Maria ad ospitare nel 1743, presso la propria imponente Dimora il famoso letterato Giacomo Casanova (1725 † 1798) 14. Si narra che da quell’intenso periodo partenopeo, il giovane Giacomo, incominciò ad interessarsi all’Esoterismo ed alla Massoneria, è plausibile pensare che fu proprio in quel vigoroso humus alchemico, che venne a conoscenza di significativi elementi che lo avrebbero portato nel tempo allo studio dell’Arte Reale come più volte documentato 15.
Pare che per tramite degli influenti contatti del Duca di Bovino e dei Fratelli “Napolitani” nel febbraio del 1750 a Lione, Casanova entrò in contatto con “un certo signor de Rochebaron”, che altri non era che il duca François de la Rochefoucaud, un “personaggio rispettabile che mi procurò la grazia di essere ammesso tra coloro che hanno ricevuto la Luce” 16. Da lì a poco Giacomo Casanova ebbe accesso ad una Loggia diretta dal Principe Luigi di Borbone Condé, nipote di Luigi XIV e cugino del Re, ove fu iniziato alla Massoneria all’Oriente di Lione in quell’Officina dal Titolo Distintivo “Les Amis Choisis” o “l’Amitié” posta sotto l’egida della “Gran Loggia Scozzese”. Due mesi dopo, a Parigi, fu riconosciuto come Compagno e poi, all’inizio del 1751, come Maestro nella Loggia “San Giovanni di Gerusalemme” sempre a Parigi 17 18 19.
Il duca Giovanni Maria Guevara e sua moglie Anna Maria Suardo lasciarono un’impronta significativa anche nel patrimonio architettonico del territorio, contribuendo all’arricchimento culturale dei loro domini. La figura del Duca don Giovanni Maria Guevara rimane quindi fondamentale per comprendere le dinamiche sociali, politiche e culturali dell’aristocrazia meridionale nel periodo pre-unitario italiano, lasciando anche una indelebile traccia nel mondo della Massoneria e dell’Ermetismo nella Capitale del Regno 20.
La sua eredità si estese attraverso una numerosa discendenza che continuò a esercitare influenza in diversi ambiti della società napoletana, perpetuando il prestigio del nome Guevara per le generazioni successive. Questa ramificazione della famiglia in diversi ambiti di potere aristocratico, ecclesiastico e militare, testimonia la strategia di consolidamento dell’influenza familiare tipica delle grandi Casate nobiliari del tempo 21.

Stemma di Don Giovanni Maria Guevara 8° Duca di Bovino.
POTIUS MORI QUAM FOEDARI 22
Titoli e Incarichi 23
- 8° Duca di Bovino dal 1575
- Marchese di Arpino dal 1591
- Duchi di Castell’Airola dal 1741
- Conte di Ariano, Apice e Potenza dal 1442
- Conte di Villamediana dal 1652
- Conte di Savignano dal 1700
- Patrizio Napolitano
- Signore di Savignano
- Signore di Greci
- Signore di Ferraria
- Signore di Buonalbergo
- Fratello Fondatore della “Rosa d’Ordine Magno” nucleo fondante del Rito Egizio Tradizionale.
Bibliografia
- Carlo De Lellis, Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli, vol. 1, Napoli, 1654
- Erasmo Ricca, La Nobilità del regno delle due Sicilie, parte prima, volume V, Stamperia di Agostino De Pascale, 1879
- Biagio Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, così napoletane, come forastiere, Napoli, 1691.
- Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d’Italia, vol. 5, Napoli, 1879.
- Giuseppe Recco, Notizie di famiglie nobili, ed illustri della città, e Regno di Napoli, Napoli, 1717.
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Note
- In onore del monte al quale è legata la leggendaria genesi della città di Partenope, fondata dai Cumani alla fine dell’VIII secolo a.C., che rappresenta le radici greche di Napoli, ove i coloni calcidesi fondarono un approdo commerciale detto epineion su Megaride e sviluppando il primo insediamento abitato sul vicino Monte Echia. © Archivio Storico del Rito Egizio Tradizionale, Fondo Napoli, Serie Fratelli del XVIII Secolo busta 4.
- Domenico Vittorio Ripa Montesano, Origini del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, ISBN 9788894296488.
- Carlo De Lellis, Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli, vol. 1, Napoli, 1654, pp. 61-88.
- Guevara (famiglia) – Link in Wikipedia.
- Link in Nobili Napoletani.
- Bovino – HAMLET – Italy – Albania – Montenegro – LINK.
- Iñigo di Guevara, 7° Duca di Bovino – Wikidata.
- Erasmo Ricca in “La Nobiltà del Regno delle due Sicilie“, parte prima, volume V – Stamperia di Agostino De Pascale, 1879, p. 51.
- Tasso Passante che simboleggia la quiete dell’animo, lo utilizzò in omaggio al suo Casato, ma soprattutto al suo avo Don Iñigo-Velez de Guevara y Taxis, conte di Onate, il quale fu nominato viceré di Napoli dal 1648 al 1653 da Filippo IV d’Asburgo-Spagna, che fece sovrapporre al centro dello scudo del proprio Stemma lo scudetto relativo al suo nuovo titolo di Conte di Villamediana che gli pervenne dall’eredità materna dei Tassis o Taxis (Tasso). Archivio Storico del Rito Egizio Tradizionale, Fondo Napoli, serie Fratelli XVIII Secolo, busta 6.
- Domenico Vittorio Ripa Montesano, Origini del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, ISBN 9788894296488.
- Castello dei Duchi di Guevara – Cose di Napoli – in Link.
- Italian Botanical Heritage
- Domenico Vittorio Ripa Montesano “Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale” – Napoli 2011 – ISBN 9788894296402.
- Durante la sua prima permanenza a Napoli, la duchessa di Bovino gli fece conoscere “le plus sage des napolitains”. Casanova a Napoli. In Napoli Corriele.
- James Rives Childs sostiene nel suo volume “An Annotated World Bibliography of Jacques Casanova de Seingalt and of Works Concerning Him“, pubblicato nel 1956 a Vienna per i tipi di C.M. Nebehay, l’appartenenza di Giacomo Casanova a un movimento di ispirazione rosacrociana, all’interno del quale avrebbe approfondito alcuni studi sull’Alchimia.
- di questo importante incontro vi è traccia anche nella sua autobiografia G. Casanova, Historie de ma vie,BnF, Départcmcnt dcs Manuscrits, MS NAF 28604, Tomo III).
- Domenico Vittorio Ripa Montesano, Storia Riti e Miti del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, ISBN 9788894296433.
- Relativamente all’iniziazione massonica di Casanova, vedasi anche Gnocchini, L’Italia dei Liberi Muratori, Roma, Erasmo editorie 2005, p.71.
- A. Bozzoa, Casanova illuminista, Modena, Soc. Tipografica Editrice Modenese 1956, p.119.
- Domenico Vittorio Ripa Montesano, Origini del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, ISBN 9788894296488.
- in Link.
- Benedetto Croce in Studi su poesie antiche e moderne. Un inno al latino medievale, vol. 2, La Critica, ed.1937, p. 38.
- Erasmo Ricca in “La Nobiltà del regno delle due Sicilie“, parte prima, volume V, Stamperia di Agostino De Pascale, ed. 1879, p. 51.