Michelangelo CAETANI

Archivio Fotografico del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli.

 Ritratto di Don Michelangelo Caetani Principe di Teano

Don Michelangelo Caetani (Roma, 8 maggio 1685 – Cisterna di Latina, 21 dicembre 1759), 1° Principe di Teano, 3° Principe di Caserta e 10° Duca di Sermoneta, noto negli ambienti ermetici con lo Jeronimo di Circaeum 1, fu un noto Massone ed ermetista che frequentò il cenacolo iniziatico di don Raimondo di Sangro, fu fra i fondatori della Rosa d’Ordine Magno il nucleo centrale dal quale prese vita il Rito Egizio Tradizionale 2 3 4 5.

Il Principe don Michelangelo Caetani nacque a Roma l’8 maggio 1685, figlio di don Gaetano Francesco Caetani, 9° duca di Sermoneta, e di sua moglie, la nobilissima Costanza Barberini. Per lato materno discendeva dalla celebre famiglia dell’aristocrazia papalina dalla quale era derivato Papa Urbano VIII.

Dopo che venne a mancare prematuramente sua madre nel 1687 quando aveva solo due anni, rimase nei possedimenti di Famiglia, finché nel 1702 decise di seguire il padre in esilio presso la corte di Vienna, dopo che fu costretto ad abbandonare il proprio feudo essendo rimasto coinvolto nella congiura di Macchia, un fallito tentativo di rovesciare il governo di Filippo V di Spagna nel regno di Napoli. Giunto a Vienna, il giovane Principe Michelangelo, ebbe modo di studiare lettere ed “esercizi cavallereschi” raggiungendo un’eccellenza tale che l’Imperatore del Sacro Romano Impero Leopoldo I d’Asburgo, lo nominò ciambellano 6.

Rimanendo comunque pendente la condanna a morte che era stata formulata tanto da parte della Corona di Spagna tanto dallo Stato della Chiesa direttamente nei confronti di suo padre, per questo motivo, nel giugno del 1703, pur essendo ancora in giovane età, si recò a Roma e fattosi ricevere da Papa Clemente XI (al secolo Giovanni Francesco Albani), ne implorò presso il pontefice la grazia per il genitore. Dovettero trascorrere degli anni e solo nel 1710, il pontefice concederà il pieno perdono a don Gaetano Francesco e la restituzione di tutti i suoi titoli ed ampi possedimenti allodiali e feudali. Nel 1711, al fine di poter garantire un reinserimento del figlio negli ambienti della corte pontificia e dell’aristocrazia romana, il padre rinuncerà a tutti i suoi titoli in favore del Figlio Don Michelangelo il quale a 26 anni, divenne quindi ufficialmente 10° duca di Sermoneta e 3° Principe di Caserta. L’assenza prolungata dai Feudi ed un mancato controllo diretto sulle finanze della Casata aveva creato un importante disavanzo, che il giovane Principe si prodigò per ripianare. Al fine di poter far fronte da subito alla situazione complessa e ripagare le cospicue esposizioni, dovute all’assenza del padre dai suoi domini, il Principe don Michelangelo prese la sofferta decisione di vendere alla famiglia Ruspoli, l’imponente e prestigioso palazzo che la famiglia possedeva in via del Corso a Roma (l’odierno Palazzo dei Principi Ruspoli), oltre alle terre nel Feudo di San Felice Circeo e addirittura il Lago di Paola, che garantiva al Casato ingenti introiti. Il tutto venne venduto il 20 ottobre 1713 con lo stesso contratto per il prezzo di 180.250 scudi 7.

Come propria dimora romana, il Principe don Michelangelo acquistò nei pressi della basilica di Santa Maria Maggiore per sé e per la sua Famiglia la villa che un tempo fu proprietà del Cardinale Nerli, il quale ricoprì a Roma ruoli chiave divenendo Segretario di Stato 8.

In questa nuova prestigiosa tenuta, istituì un rinomato salotto culturale, frequentato da personalità di rilievo come il letterato e librettista Pietro Metastasio, il fisico François Jacquier, l’umanista Raimondo Cunich e soprattutto il fisico tedesco Johann Heinrich Winckler che proprio nel suo palazzo, per la prima volta, nel 1746, compì uno dei primi esperimenti sull’elettricità (noto come “del globo e della catena elettrici”), questa dimora principesca, diverrà ampiamente nota qualche anno più tardi, come uno dei salotti culturali più frequentati della città e in cui Don Michelangelo avrà modo di manifestare la “protection éclatante qu’il a toujours accordé aux beaux arts” 9.

La moglie di don Michelangelo, la nobildonna pesarese Carlotta, figlia del conte Zongo Ondedei e di Teresa Cima, nobile di Rimini 10, ebbe come maestro di disegno Pompeo Girolamo Batoni, un pittore italiano, figura centrale del Settecento e precursore del neoclassicismo 11

Gli interessi del Principe don Michelangelo, si allontanarono sempre più dall’attiva vita politica ridisegnando in quella fase le dinamiche della famiglia Caetani. Scelse di ravvicinarsi maggiormente al mondo della cultura e dello studio dell’ermetismo, pur non facendo mancare la sua necessaria presenza nell’opera di governo dell’antico feudo di Sermoneta 12.

Il prestigio sociale derivante dall’antico lignaggio e dal peso avuto nei secoli presso la corte papale, in quanto è importante rammentare, che un potente membro della Famiglia Caetani, Benedetto Caetani (1235-1303), fu eletto Papa nel 1294 con il nome di Bonifacio VIII, diventando una figura centrale nella storia medievale della Chiesa cattolica e segnando in positivo per i secoli a venire, le sorti della Casata in seno allo Stato Pontificio, la quale prosperò in maniera crescente moltiplicando lustro, ricchezze e potere sociale, aspetto tangibile che consentì al Principe don Michelangelo di ricevere nel 1710  in favore di suo padre il perdono da parte del Papa. Questa articolata ed attenta opera di diplomazia e di cesello relazionale si era resa indispensabile al fine di risolvere la pregressa e complessa vicenda scaturita a causa delle scelte politiche filo-asburgiche che avevano portato don Gaetano Francesco quando suo figlio era ancora molto piccolo ed orfano di madre, a dover abbandonare l’Italia per rifugiarsi presso la corte Imperiale di Vienna 13.

Don Michelangelo, ottenuto il perdono papale per suo padre ed avendo ricevutone tutti i Titoli Nobiliari, poté ristabilire rapporti privilegiati con la Corte Papalina e con tutta l’Aristocrazia romana che, dopo questa indispensabile riabilitazione, riprese ad intrattenere rapporti di reciprocità consolidati nei secoli, rinvigoriti dal riottenuto favore di Papa Clemente XI. Forte di questo rinnovato favore, la casata dei Caetani di Sermoneta dedicò ampie risorse per consolidare alleanze dinastiche, prestando particolare attenzione al mecenatismo ed al collezionismo artistico, quale veicolo significativo di riaffermazione sociale. Questo rinato vigore mise in relazione, sempre sotto l’egida del Papa, la cattolica dinastia degli Stuart in esilio a Roma, con la Famiglia Principesca dei Caetani storica ed antica che nei secoli aveva accresciuto in modo significativo la gerarchia ecclesiastica, con un ruolo particolarmente rilevante nel Basso Medioevo ed ininterrotto fino al XVIII sec., avendo la Famiglia servito Santa Romana Chiesa con 2 Papi (Bonifacio VIII Benedetto Caetani, 1294-1303, e secondo alcuni storici Gelasio II Coniulo di Gaeta, 1118-1119), 10 Cardinali (Benedetto Caetani nel 1281, poi Papa Bonifacio VIII, Benedetto Caetani iuniore (1295), Giacomo Tomasi Caetani (1295), Giacomo Caetani Stefaneschi (1295), Antonio Caetani (1402), Niccolò Caetani (1536), Enrico Caetani (1585), Bonifazio Caetani (1606), Antonio Caetani (1621), Luigi Caetani (1626) ed almeno 4 fra Vescovi, Nunzi Apostolici e Patriarchi, Giordano Caetani, Patriarca latino di Antiochia e arcivescovo di Capua, Camillo Caetani, Patriarca latino di Alessandria, Cristoforo Caetani, Vescovo di Foligno, Giuseppe Gaetani d’Aragona (1639-1710), Arcivescovo e nunzio apostolico 14.

Tutto questo cospicuo prestigio sociale e storico, consentì al Principe don Michelangelo, di essere introdotto nel 1719 presso la corte in esilio a Roma del pretendente al trono d’Inghilterra Giacomo III Stuart e sua moglie Maria Clementina Sobieski, nipote del re polacco Giovanni III e nipote dell’imperatore Carlo VI. La nuova residenza romana della coppia reale fu il palazzo Muti Papazzurri in piazza SS. Apostoli per volere del Papa, che lo riconobbe come legittimo sovrano 15.

Fu la camera apostolica a provvedere al loro sostentamento, alle spese e alla vita mondana della piccola corte inglese in esilio, nella speranza per il papato di vedere restaurato il primato cattolico nel Regno britannico 16.

Questa prestigiosa frequentazione è ampiamente documentata in virtù anche dell’ampia ospitalità che la Famiglia Caetani dedicò ai reali in esilio mettendo a disposizione la tenuta nell’antico feudo di Fogliano, ove il Principe don Michelangelo, in qualità di 10° Duca di Sermoneta fece infatti costruire un piccolo “ma comodo palagio, non ad altro fine, che per albergarvi decorosamente l’altezze reali del Principe di Galles e Duca di York, figli della maestà Giacomo Stuardo, Re della Gran Bretagna; quali per molti anni v’hanno goduto superbe caccie” 17 18.

Queste autorevoli frequentazioni durarono ampiamente nel tempo, poiché entrambe le prestigiose casate, degli Stuart dei Caetani, frequentavano l’ambiente dell’alta nobiltà romana, partecipando ad eventi culturali e diplomatici, ad ampie battute di caccia nelle tenute di Fogliano del feudo di Sermoneta e fu proprio grazie a queste relazioni con la Dinastia degli Stuart che don Michelangelo intrattenendo rapporti privilegiati con i membri della famiglia Reale stuartiana e della loro corte, entrò negli anni a seguire in contatto con il giovane Principe don Gennaro Maria I Carafa Cantelmo Stuart, VII principe di Roccella e Patrizio Napolitano, legato da rapporti di parentela diretti con il pretendente al trono d’Inghilterra, Scozia ed Irlanda Giacomo III Stuart, essendo figlio di Ippolita Cantelmo Stuart Gaetani dell’Aquila d’Aragona ed avendo ereditato dalla madre oltre i titoli ed il cognome della famiglia Cantelmo Stuart anche lo stemma della casata, che in un quarto è il medesimo della Casa di Scozia (il leone rosso rampante, attraversato da un lambello a tre pendenti d’azzurro) 19 .

Questa frequentazione fra i due Principi, vicini per lignaggio ma distanti generazionalmente, era accomunata da un condiviso amore per gli Studi Ermetici, come emerge dai carteggi degli Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale, che progressivamente li portò a cementare un rapporto che divenne molto intenso, quando don Michelangelo con gli auspici del giovane amico Carafa Cantelmo Stuart prese a frequentare ambienti dell’aristocrazia napolitana legati ad importanti circoli ermetici. Fu grazie al Principe Carafa, che il Principe Caetani mosse i primi passi in quell’ambiente prestigioso, che di lì a breve gli avrebbe schiuso nuovamente le porte di una corte reale, quella di Napoli, avendo già lui vissuto ampia esperienza in quelle autorevoli realtà, essendo stato Ciambellano a corte presso l’Imperatore del Sacro Romano Impero Leopoldo I d’Asburgo 20.

Entrò così in contatto con ciò che era il milieu ermetico in tutto il Regno di Napoli. Nella capitale ferveva un significativo movimento, che aveva preso le sue mosse nel dinamico contesto massonico che da anni attraversava la Città del Sole ove convivevano numerosi riti ed anime. Don Michelangelo guidato dal giovane Principe di Roccella seguì la matrice della Massoneria Solare in seno alla Loggia Perfetta Unione, ove fu iniziato sul finire degli anni ’30 del XVIII secolo ed entrò direttamente in contatto con il Principe di San Severo, che stando alle note d’Archivio vi aveva avuto ingresso poco prima. I rapporti fra questo novero di valenti ermetisti, si consolidarono nel tempo condividendo i propri comuni interessi verso la Santa Scienza 21.

Il rapporto fra questo selezionato gruppo di Fratelli, pertanto, si consolidò nel tempo e crebbe lungo tutta questa esperienza che principiò in un alveo massonico, ma prosperò sempre più sulla via ermetica operativa, tant’è che il Principe Caetani, divenne uno dei 7 Fratelli che costituì la Rosa d’Ordine Magno, ove contestualmente nacque il Rito Egizio Tradizionale 22  23 24 25.

Brevi memorie d’Archivio ci trasferiscono, che il Don Michelangelo Caetani, divenne unitamente ad altri selezionati Gentiluomini uno dei frequentatori abituali dell’appartamento della Fenice, la stanza delle meraviglie che il Principe di San Severo utilizzava quale dimora di esercizio e sperimentazione, un luogo ove Don Raimondo introduceva esclusivamente i Figli della Santa Scienza, a lui legati da vincoli di Sangue o Sottili, con i quali condivideva i segreti della Via Operativa tesa verso la Palingenesi e l’Ascenso, dal quale nel tempo si verrà a creare il gruppo dei 7 gentiluomini ermetisti, che per mezzo della Rosa d’Ordine Magno, daranno vita al nascente Rito Egizio Tradizionale 26.

Queste frequentazioni importanti dei cenacoli ermetici, furono di grande ausilio al Principe Caetani, per poter avere accesso alla corte Borbonica, aspetto che oltre che conferire ulteriore prestigio al suo Casato, lo avrebbe coadiuvato in una serie di attività indispensabili per donare maggiore solidità finanziaria alle sorti del suo Feudo, al quale aveva dedicato molte cure ed attenzioni al fine di rinsaldarne nuovamente la forza economica.

Fu proprio grazie alle entrature di questa prestigiosa cerchia di esponenti delle più antiche e blasonate famiglie del Regno quale i Carafa ed i Di Sangro che a don Michelangelo Caetani ai quali si era legato con vincoli massonici, ma soprattutto Sottili, fu dato accesso a corte presso Re Carlo di Borbone Napoli, aspetto facilitato dal ruolo che il Principe Don Gennaro Carafa Cantelmo Stuart oltre ad essere a corte Gentiluomo di Camera con Esercizio, dal 1738 era divenuto Gentiluomo d’Entrata del Re di Napoli e pertanto una delle figure in assoluto più vicine al Sovrano, al pari di don Raimondo di Sangro, che anch’egli era divenuto nel 1738 Gentiluomo di Camera con Esercizio, con il privilegio di poter avere una presenza costante nelle stanze reali, incluso l’accesso alla camera da letto e agli appartamenti privati del Re, poiché munito dell’esclusivo favore detto della chiave d’oro 27. Queste relazioni consentirono al Principe Caetani di intrattenere rapporti diretti con il Re di Napoli, attivando anche delle relazioni dirette, che con il tempo si svilupparono anche sotto il profilo degli affari in quanto cedette il suo Feudo di Caserta del quale ne era Principe, al Re per la costruzione della grandiosa Reggia che per bellezza e grandezza avrebbe rivaleggiato con quelle delle corti di Francia e d’Austria.Carlo di Borbone intendeva creare un nuovo centro amministrativo sicuro, lontano dalle minacce di incursioni costiere di Napoli, seguendo modelli urbanistici illuministi, pertanto il 29 agosto 1750, Carlo di Borbone acquistò lo “Stato” di Caserta (inclusi 21 casali), per 489.348,13 ducati, da Don Michelangelo Caetani 3° Principe di Caserta e 10° Duca di Sermoneta, che ottenne da Re Carlo anche il titolo di 1° Principe di Teano, trasmissibile ai suoi eredi 28 29

Le lunghe ed intense frequentazioni napolitane consentirono a don Michelangelo Caetani, divenuto nel mentre anche Principe di Teano, di accrescere le proprie conoscenze ermetiche frequentando la circonferenza interna del Rito Egizio Tradizionale e restando nella cerchia ristretta di don Raimondo di Sangro Principe di San Severo 30.

Passò aldilà del Velo all’età di 78 anni nei suoi aviti poderi del ducato di Sermoneta, dopo aver dedicato una vita all’Alchimia, agli Studi Ermetici, ma anche al risanamento del suo Feudo avendo fatto rifiorire le sorti del suo Casato, che consegnò fulgido e prospero ai suoi discendenti avendovi dedicato tempo, amore ed ingenti risorse per garantire la più ampia e prestigiosa presenza della sua Famiglia nel cuore della città papale, avendolo plasmato in positivo il futuro della sua discendenza, avendo restaurato quel prestigio sociale, economico e relazionale che da secoli aveva nel passato contraddistinto il Casato e che grazie alla sua tenacia, anche nei secoli a venire, ne lascerà evidenti e luminose tracce 31.

Gli successe con i Titoli di XI Duca di Sermoneta e II Principe di Teano il figlio don Francesco. 

 

Rito Egizio Tradizionale

Stemma del Casato del Principe Caetani.

                                                                       

Titoli e Incarichi 32

  • 1° Principe di Teano
  • 3° Principe di Caserta
  • 10° Duca di Sermoneta
  • Signore di Bassiano
  • Signore Ninfa
  • Signore Norma
  • Signore Cisterna
  • Signore San Donato
  • Fratello Fondatore della “Rosa d’Ordine Magno” nucleo fondante del Rito Egizio Tradizionale

BIBLIOGRAFIA

  • P. E. Visconti, Città e famiglie nobili e celebri dello Stato pontificio, Roma 1847, vol. III, 2, pp. 66–72.
  • G. Caetani, Caietanorum genealogia, Perugia 1920, pp. 85–86.
  • L. M. Pennacchi, Cisterna e i Caetani. Arte e committenza tra Cinquecento e Settecento, Milano 2011.
  • Caietanorum genealogia: indice genealogico e cenni biografici della famiglia Caetani dalle origini all’anno MDCCCLXXXII (1882)” curata da Gelasio Caetani – Perugia 1920.
  • I duchi Caetani tra Sette e Ottocento: cultura artistica, committenze e collezioni (1710-1882) Dottorato di ricerca in Storia, territorio e patrimonio culturale Curriculum in Studi storico-artistici, archeologici e sulla conservazione Università degli Studi Roma Tre, XXIX Ciclo anno accademico 2013/2014 – Dottoranda: Ilaria Sferrazza Docente guida: prof.ssa Giovanna Sapori.

 

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Note

  1. In omaggio allo Storico Feudo del Casato Circeo, ma soprattutto in omaggio a Virgilio il quale nel libro VII dell’Eneide (399), fa riferimento al Circeo, in latino Circeii o Circaeum, citando l’impresa dei Troiani, che dopo aver sepolto la nutrice Caieta, costeggiano il promontorio del Circeo, che rappresenta l’ultima prova da compiere prima dell’approdo nel Lazio, con Nettuno che assume un ruolo protettivo verso Enea. Archivio Storico del Rito Egizio Tradizionale, Fondo Napoli, Serie Fratelli XVIII Secolo, busta 3.
  2. In Enciclopedia TRECCANI, Voce: Massoneria, Sub: Cenni Storici al 2° capoverso.
  3. Origini del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, Edizione Riservata ISBN 9788894296488.
  4. su “Raimondo di Sangro – Sette lettere sul lume dei filosofi” a cura di Anna Bellon – Edizioni TIPHERET, Collana Binah – Ed. 2015, Pag.15 – ISBN 9788864962115.
  5. su “Raimondo di Sangro – Sette lettere sul lume dei filosofi” a cura di Anna Bellon – Edizioni EDIT@, Collana Arcana – Ed. Dicembre 2014, Pag.12 – ISBN 9788897216742.
  6. in WIKIPEDIA.
  7. I duchi Caetani tra Sette e Ottocento: cultura artistica, committenze e collezioni (1710-1882) Dottorato di ricerca in Storia, territorio e patrimonio culturale Curriculum in Studi storico-artistici, archeologici e sulla conservazione Università degli Studi Roma Tre, XXIX Ciclo anno accademico 2013/2014 – Dottoranda: Ilaria Sferrazza Docente guida: prof.ssa Giovanna Sapori pp 13-17.
  8. Nell’agosto 1673, come attestato dalle fonti che indicano l’inizio del suo mandato in tale ruolo a partire da quel mese mantenendo l’incarico fino al 22 luglio 1676. In WIKIPEDIA e WIKIPEDIA
  9. G. Gorani in “Mémoires secrets et critiques des cours, des gouvernements et des moeurs des principaux Etats de l’Italie”, Paris 1793, I, p. 5.
  10. P. E. Visconti in “Città e famiglie nobili e celebri dello Stato pontificio”, Roma 1847, vol. III, 2, pp. 66–72.
  11. H. GROSS in “Roma nel Settecento”, Roma 1990, pp. 285-286.
  12. P. E. Visconti, Città e famiglie nobili e celebri dello Stato pontificio, Roma 1847, vol. III, 2, pp. 66–72.
  13. In Enciclopedia TRECCANI, Dizionario Biografico Voce: Michelangelo Caetani.
  14. Caietanorum genealogia: indice genealogico e cenni biografici della famiglia Caetani dalle origini all’anno MDCCCLXXXII (1882)” curata da Gelasio Caetani – Perugia 1920, passim.
  15. Pantanella, Palazzo Muti a piazza SS. Apostoli residenza degli Stuart a Roma, in “Storia dell’Arte”, 84, 1995, pp. 307.
  16. cfr. E. CORP in “The Stuart Court in Rome. The Legacy of Exile”, Aldershot, England 2003.
  17. P. PANTANELLI, Notizie istoriche, cit., vol. 1 p. 7.
  18. C. CECERE in “La villa Caetani a Fogliano. Il luogo, l’architettura, la storia”, Roma 1989, p. 40.
  19. Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d’Italia, vol. 1, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1875, pag. 156 ISBN non esistente.
  20. A cura di Domenico Vittorio Ripa Montesano, Ristampa Anastatica degli Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli – Edizione Originale riservata Napoli 1911 – Ristampa Napoli 2017 ISBN 9788894296419.
  21. Domenico Vittorio Ripa Montesano, Origini del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, ISBN 9788894296488.
  22. In Enciclopedia TRECCANI, Voce: Massoneria, Sub: Cenni Storici al 2° capoverso.
  23. Origini del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, Edizione Riservata ISBN 9788894296488.
  24. su “Raimondo di Sangro – Sette lettere sul lume dei filosofi” a cura di Anna Bellon – Edizioni TIPHERET, Collana Binah – Ed. 2015, Pag.15 – ISBN 9788864962115.
  25. su “Raimondo di Sangro – Sette lettere sul lume dei filosofi” a cura di Anna Bellon – Edizioni EDIT@, Collana Arcana – Ed. Dicembre 2014, Pag.12 – ISBN 9788897216742.
  26. A cura del Sovrano Gran Hyerophante Generale e Gran Maestro Fratello Logos “Rito Egizio Tradizionale Storia Riti e Miti” –  Napoli 7 luglio 2017 – ISBN 9788894296433.
  27. Nobiltà “I gentiluomini della chiave d’oro” di Giovanni Montroni, pag. 59 estratto da Meridiana n° 19 – 1994.
  28. Gli atti a stampa della vendita del principato di Caserta sono in Archivio Caetani, Misc. 1180/908. Utile la scheda biografica di G. Caetani.
  29. in Reggia di Caserta.
  30. Domenico Vittorio Ripa Montesano “Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale” – Napoli 2011 – ISBN 9788894296402.
  31. Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, Fondo Napoli, sezione Fratelli XVIII secolo, busta 5.
  32. “Caietanorum genealogia: indice genealogico e cenni biografici della famiglia Caetani dalle origini all’anno MDCCCLXXXII (1882)” curata da Gelasio Caetani – Perugia 1920, passim.
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