Giovan Carlo II Doria d’Angri

Giovan Carlo II Doria d’Angri (1732–1791), fu un nobile, diplomatico, massone ed ermetista Italiano. Appartenne alla Seconda Corolla della Rosa d’Ordine Magno fra i fondatori del Rito Egizio Tradizionale, noto negli ambienti ermetici con lo Jeronimo Anubis 1.

Don Giovan Carlo II Doria d’Angri 6° Principe di Angri, nato a Genova il 24 febbraio 1667 dal Principe don Giacomo Doria e dalla Principessa donna Maria Cecilia Spinola 2. Alla morte del padre nel 1760, ne ereditò i titoli, i feudi ed i beni familiari e scelse di trasferire definitivamente la sua sede nella capitale del Regno di Napoli 3.

Appartenne alla Casata Doria che ha origini antichissime, attestata per la prima volta nel XII secolo a Oneglia (Liguria) come «de filiis Auriae», da cui derivò il cognome Doria 4. Nel corso dei secoli la famiglia si divise in vari rami, tra cui quello dei Doria d’Angri, insediatosi nel Regno di Napoli a partire dal primo ‘600 5.

Nel 1595 Agostino Doria acquisì il feudo di Tacina (Calabria), e nel 1604 istituì un “fedecommesso” su queste terre. Divennero Duchi di Eboli (titolo ereditato da Casa Grimaldi con anzianità 1567), di qui discese la linea che nel 1636 ottenne il titolo di Principe di Angri e di Duca di Eboli 6. La famiglia acquisì il feudo di Angri nel 1612, elevato a principato nel 1636. Conti di Capaccio dal 1659. Marcantonio Doria fu il primo Principe di Angri, e la famiglia mantenne il titolo fino all’abolizione del feudalesimo nel 1806 7 8.

Lo stemma ufficiale della Casa di Doria, tuttora riprodotto sulle facciate dei palazzi genovesi e napoletani, è quello tradizionale della famiglia: un grande scudo sormontato da corona principesca, recante il blasone Arme: d’oro ad aquila spiegata, in scudo sormontato da corona principesca e accompagnato dal motto Altiora Peto (“aspiro alle cose più alte”) 9.

Il 2 dicembre 1762 don Giovan Carlo Doria, Principe di Angri sposò donna Giovanna Pappacoda, figlia del Principe e della Principessa di Centola 10 11.

Palazzo Doria d’Angri: l’edificio, sorto in piazza 7 Settembre lungo via Toledo, era stato progettato da Luigi Vanvitelli per Marcantonio III. Alla morte di questi nel 1760, Giovan Carlo II affidò a Vanvitelli il proseguimento dei lavori; alla scomparsa di quest’ultimo (1773), i lavori passarono a Ferdinando Fuga, Mario Gioffredo e infine a Carlo Vanvitelli 12 13.

Il suo lignaggio principesco lo portò a frequentare  la Corte Borbonica e per i suoi servigi alla Corona nel 1762 Giovan Carlo II venne nominato Cavaliere dell’Illustre Ordine Reale di San Gennaro, prestigiosa onorificenza riservata all’aristocrazia fedele alla corona dei Borbone di Napoli 14 15 16.

Ebbe un ruolo importante nei salotti dell’Aristocrazia Napolitana ed esercitò un interessante ruolo culturale: il principe ospitò nell’avito Palazzo accademici ed artisti in visita a Napoli, favorendo scambi tra la cultura genovese e quella napoletana.

Le frequentazioni di corte ed il contatto con l’alta aristocrazia napolitana lo portarono ad intrattenere rapporti intensi sin dalla giovane età con esponenti di spicco del cenacolo Ermetico vicino al Principe di San Severo. 17.

Queste relazioni strette e la vicinanza caratteriale con il Barone de Tshudy,  discepolo diretto di Don Raimondo Principe di San Severo, lo condussero ad essere iniziato “all’alba della viril etade”  18, alla Libera Muratoria nel Rito Egizio Tradizionale, ottenendo il privilegio di poter accedere alla Seconda Corolla della Rosa d’Ordine Magno, avendo il Duca di Capodichino, colto la spiccata propensione del giovane Principe verso l’Ermetismo e l’Alchimia. Questi fraterni rapporti si intensificarono maggiormente quando il Principe don Giovan Carlo, si trasferì definitivamente nella Capitale del Regno di Napoli alla morte del Padre 19.

Il suo passaggio aldilà del Velo avvenne a 59 anni nel 1791, i titoli e le proprietà di don Giovan Carlo II Doria passarono al figlio Marcantonio IV Doria (1765–1837), che divenne 7° Principe di Angri, Duca di Eboli e Principe di Centola, Patrizio Napoletano 20.

Rito Egizio Tradizionale

Stemma Giovan Carlo II Doria d’Angri.

Motto della Casata: Altiora Peto – «Aspiro alle cose più alte»

Arme: d’oro ad aquila spiegata, in scudo sormontato da corona principesca.

 

Titoli e Incarichi 21 22.

  • 6° Principe di Angri, dal 1760.
  • Duca di Eboli dal 1760
  • Principe di Centola dal 1773
  • Conte di Capaccio
  • Signore di Lagopiccolo
  • Signore di Montella
  • Signore di Giungano, Convingenti e Spinazzo
  • Signore di Cripta
  • Signore di Vilviestre del Pinar e della casata Doria in Castiglia Vecchia
  • Utile Signore di Ortogrande, Torre delle Grotte, San Vito al Sele, Cannetello e del Lago Grande di Battipaglia, Patrizio Genovese (Genova 10-VII-1732)
  • Patrizio Napoletano (Napoli 4-XI-1791)
  • Cavaliere dell’Illustre Ordine Reale di San Gennaro dal 15 giugno 1747 23

 

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Note

  1. Si fonda su una simbologia autorevole e perfettamente coerente con la funzione che egli esercitò all’interno del nascente Rito Egizio Tradizionale. Anubis, antica divinità egizia dalle sembianze di sciacallo, è il Custode delle soglie, la Guida delle anime, colui che accompagna l’iniziato nel passaggio dalle tenebre alla Luce, nella misteriosa transizione tra il profano e il Sacro, tra la vita apparente e la vera Resurrezione Interiore. È anche il Peseur d’âmes, colui che misura l’equilibrio del cuore sul piatto della bilancia della Verità. Tratto da Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis, Fondo Napoli, Sezione Fratelli XVIII secolo, busta 11.
  2. House of Doria – Princes of AngriEuropean Heraldry
  3. «Palazzo Doria d’Angri», Wikipedia italiana, ultima modifica 18 maggio 2006.
  4. House of Doria – Princes of AngriEuropean Heraldry.
  5. «Doria (family)»Wikipedia italiana, ultima modifica 29 gennaio 2025.
  6. «Palazzo Doria d’Angri»Wikipedia italiana, ultima modifica 18 maggio 2006.
  7. NOBILI NAPOLETANI  
  8. G. Pistarino in “I Doria tra Genova e Napoli” – Milano, Giuffrè Editore (oggi GFL), 1981.
  9. Don Marcantonio Doria morì nel 1760 e il progetto passò al figlio Giovan Carlo II che completò l’edificio con Luigi Vanvitelli e successori, in Palazzo Doria d’AngriWikipedia inglese.
  10. Notaio Pietro Emilio Marinelli di Napoli Archivio: ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI (ASNA), NAPOLI, Fondo Doria d’Angri (A.D.A), Parte I  parte I, b. 307, fasc. 7
  11. Matrimonio registrato nella Parrocchia dei Santi Severino e Sossio, Napoli, 1762.
  12. Don Marcantonio Doria morì nel 1760 e il progetto passò al figlio Giovan Carlo II che completò l’edificio con Luigi Vanvitelli e successori, in Palazzo Doria d’AngriWikipedia inglese.
  13. Giovan Carlo II Doria (1732–1791), VI principe di Angri, in “Knights 1739–1759”European Heraldry.
  14. «Raimondo di Sangro», Wikipedia italiana, ultima modifica 5 nov 2005.
  15. L’Illustre Ordine di San Gennaro fu fondato il 3 luglio 1738 da Carlo di Borbone, Re di Napoli e di Sicilia (poi Carlo III di Spagna), in occasione del suo matrimonio con Maria Amalia di Sassonia. Ordine dinastico-religioso, dedicato al culto di San Gennaro, patrono di Napoli, e destinato esclusivamente ai più alti dignitari dello Stato, della Chiesa e della nobiltà provata per quattro quarti osservante del cattolicesimo romano.
  16. Araldica
  17. Domenico Vittorio Ripa Montesano “Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale” – Napoli 2011 ISBN 9788894296402.
  18. Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis Fondo Napoli, Sezione Fratelli XVIII secolo, busta 11.
  19. Domenico Vittorio Ripa Montesano, Origini del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, ISBN 9788894296488.
  20. in Giovanni Carlo Doria .
  21. «Palazzo Doria d’Angri»Wikipedia italiana, ultima modifica 18 maggio 2006. 
  22. Libro d’Oro della Nobiltà Mediterranea
  23. Cavalieri 1739-1759
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