Duca di CAPODICHINO

Il Duca di Capodichino fu noto negli ambienti ermetici con lo Jeronimo di Cadmus 1.

Di questo Fratello, così importante nella creazione del Rito Egizio Tradizionale, sappiamo meno rispetto agli altri ampiamente documentati nelle cronache di corte, nelle raccolte araldiche delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d’Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano, all’Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia e le tracce in nostro possesso, si limitano al materiale presente nell’Archivio Storico del Rito Egizio Tradizionale.

Fu fra i promotori della rifondata “Accademia degli Investiganti” 2, nata fra un selezionato novero di aristocratici fedeli alla corona dei Borboni ed una compagine di accademici napoletani i quali crearono questo cenacolo culturale nei primi anni del regno borbonico 3, esattamente quando don Carlos di Borbone re di Gerusalemme, figlio di Filippo V Re di Spagna e di Elisabetta Farnese, dopo essere stato incoronato Re di Sicilia a Palermo il 3 luglio 1735, fece ritorno a Napoli il 12 luglio 1735, come attestato dalle fonti storiche che ne descrivono gli eventi della sua conquista ed incoronazione 4.

Quando nel 1737 l’Accademia si sciolse, il Duca di Capodichino indirizzò ulteriormente i suoi interessi e studi, verso la ricerca ermetica cercando altrove e cominciò pertanto a frequentare costantemente ambienti Massonici, molto attivi in quegli anni nella capitale del Regno. La sua natura schiva ed interamente dedicata alla via Alchemica, lo aveva progressivamente allontanato dalla mondanità e dalla vita pubblica scegliendo di non ricoprire incarichi ed alcun ruolo centrale nella vita politica, culturale ed economica della città, caratterizzata da dinamiche specifiche. Decise di astenersi dal partecipare attivamente alla vita dei Sedili, ove la sua Famiglia era ascritta al Seggio di Capuana in Via Tribunali, godendo degli “Onori del Sedile” ove il Duca risulta figurasse fra i “cavalieri di seggio”.

Dalla fine degli anni ’30 del ‘700 scompaiono le sue tracce nella vita profana e si accrescono quelle legate alla vita ermetica 5.

Nel 1738 fu iniziato nella Loggia Perfetta Unione ed entrò direttamente in contatto con il Principe di San Severo, che stando alle note d’Archivio vi aveva avuto ingresso poco prima. I rapporti fra i due ermetisti, si consolidarono nel tempo e condivisero i propri interessi verso la Santa Scienza e con lui cominciò a frequentare assiduamente salotti ermetici che caratterizzavano circoli ristretti dell’alta Aristocrazia Napoletana 6.

Pertanto, il rapporto fra i due si consolidò nel tempo e crebbe lungo tutta questa esperienza che da massonica prosperò sempre più sulla via ermetica, tant’è che il Duca di Capodichino divenne uno dei 7 Fratelli che costituì la Rosa d’Ordine Magno, che fu l’alveo ove nacque il Rito Egizio Tradizionale 7 8 9 10.

Brevi memorie d’Archivio ci trasferiscono, che il Duca di Capodichino, divenne uno dei frequentatori abituali dell’appartamento della Fenice, la stanza delle meraviglie che il Principe di San Severo utilizzava quale dimora di esercizio e sperimentazione, un luogo ove Don Raimondo introduceva esclusivamente i Figli della Santa Scienza, a lui legati da vincoli di Sangue o Sottili, con i quali condivideva i segreti della Via Operativa verso la Palingenesi e l’Ascenso, dal quale nel tempo si verrà a creare il gruppo dei 7 gentiluomini ermetisti, che per mezzo della Rosa d’Ordine Magno, daranno vita al nascente Rito Egizio Tradizionale 11.

Ci è stato trasmesso che fu vicino al Principe di San Severo, anche negli ultimi anni della sua vita terrena quando le sue condizioni di salute si fecero critiche per gli effetti di ardite sperimentazioni che don Raimondo portò avanti nel suo laboratorio alchemico fino a tutto il 1770 12.

Il Duca di Capodichino fu fra i fedelissimi Fratelli che alla morte del principe di San Severo, ne raccolse l’eredità spirituale ed ermetica, che continuò per linea di sangue sotto la guida del figlio di don Raimondo, don Vincenzo, il quale nel 1770 all’aggravarsi delle condizioni di salute del padre, con regolare testamento ancora custodito nei nostri Archivi 13, all’età di 27 anni, divenne il 2° Gran Maestro e Gran Hyerophante e soprattutto l’erede naturale e spirituale del tramando della Tradizione Alchemica che riposava nel Rito Egizio Tradizionale, divenuto un importante ed articolato distillato di saperi ermetici contenuto in un crogiolo sapienziale, che sintetizzava secoli ininterrotti di insegnamenti Sottili.

Il Duca di Capodichino, unitamente a don Paolo d’Aquino Principe di Palena, fu fra i continuatori della Scala di Napoli e fra i custodi diretti degli Arcana Arcanorum giunti fino a noi 14.

Non abbiamo una data esatta del suo passaggio aldilà del velo, ma custodiamo una sola nota d’archivio che dice che trapassò in un giorno di sole d’autunno, fra le braccia affettuose dei suoi Fratelli con i quali aveva condiviso l’opera verso la via trasmutatoria, il che ci lascia supporre che coerentemente con il suo carattere assolutamente schivo, lontano da ogni mondanità, ed estremamente riservato, scelse probabilmente di non sposarsi e non lasciare discendenza al suo Casato, vivendo come ampiamente descritto in più note passim, negli Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale, dedicandosi con amore e dedizione alla Santa Scienza ed ai fuochi del suo laboratorio 15.

Archivio Fotografico del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli.

Immagine ricorrente negli appunti del Duca di Capodichino.

 

Titoli e Incarichi

  • Duca di Capodichino
  • Fratello Fondatore della Rosa d’Ordine Magnonucleo fondante del Rito Egizio Tradizionale.

 

 

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Note

  1. In onore del suo percorso alchemico operativo, legato alla valenza ermetica della trasmutazione dell’adepto attraverso il simbolo mutante del Serpente.  Archivio Storico del Rito Egizio Tradizionale, Fondo Napoli, Serie Fratelli XVIII Secolo, busta 2.
  2. Che si rifaceva ad un’importante accademia filosofica e scientifica di ispirazione antiaristotelica, fondata a Napoli nel 1650 da Tommaso Cornelio, Leonardo di Capua, Luca Antonio Porzio, Gennaro e Francesco d’Andrea, Niccolò Amenta e Carlo Buragna, sotto lo stemma di un cane bracco ed il motto lucreziano Vestigia lustrat. Carmine Jannaco, Martino Capucci (1986) in “Storia letteraria d’Italia: Il Seicento“, pag. 745. Piccin Editore.
  3. Fisch, Max H. The Academy of the Investigators. In Science, Medicine and History. Collected and Edited by E. Ashworth Underwood. (London: Oxford University Press; 1953. Reprinted 1975 by Arno Press.) Vol.1, pp.549-550.
  4. Real Casa di Borbone
  5. A cura di Domenico Vittorio Ripa Montesano, Ristampa Anastatica degli Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli – Edizione Originale riservata Napoli 1911 – Ristampa Napoli 2017 ISBN 9788894296419.
  6. Domenico Vittorio Ripa Montesano “Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale” – Napoli 2011 ISBN 9788894296402.
  7. In Enciclopedia TRECCANI, Voce: Massoneria, Sub: Cenni Storici al 2° capoverso.
  8. Origini del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, Edizione Riservata ISBN 9788894296488.
  9. su “Raimondo di Sangro – Sette lettere sul lume dei filosofi” a cura di Anna Bellon – Edizioni TIPHERET, Collana Binah – Ed. 2015, Pag.15 – ISBN 9788864962115.
  10. su “Raimondo di Sangro – Sette lettere sul lume dei filosofi” a cura di Anna Bellon – Edizioni EDIT@, Collana Arcana – Ed. Dicembre 2014, Pag.12 – ISBN 9788897216742.
  11. A cura del Sovrano Gran Hyerophante Generale e Gran Maestro Fratello Logos “Rito Egizio Tradizionale Storia Riti e Miti” – Napoli 7 luglio 2017 ISBN 9788894296433.
  12. Domenico Vittorio Ripa Montesano “Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale” –  Napoli 2011 ISBN 9788894296402.
  13. A cura di Domenico Vittorio Ripa Montesano, Ristampa Anastatica degli Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli – Edizione Originale riservata Napoli 1911 – Ristampa Napoli 2017 – ISBN 9788894296419.
  14. Domenico Vittorio Ripa Montesano, Origini del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, ISBN 9788894296488.
  15. Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, Fondo Napoli, sezione Fratelli XVIII sec., busta 7.
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