Domenico Caracciolo

Domenico Caracciolo, 5° Principe di Torella (1696 – 1759) 1, cavallerizzo, consigliere militare, massone ed ermetista italiano, conosciuto negli ambienti ermetici con lo Jeronimo di Orichalcus 2. Appartenne alla Seconda Corolla della Rosa d’Ordine Magno ed al Secondo Cerchio Iniziatico del Rito Egizio Tradizionale 3.

Don Domenico Caracciolo, 5° Principe di Torella, Duca di Lavello, Marchese di Bella 4 5, appartenente all’antica ed illustre famiglia dei Caracciolo di Torella dei Lombardi, nacque nel 1696 da Giuseppe Caracciolo, III Principe di Torella, e da Donna Francesca Caracciolo. Proveniva da una delle più prestigiose casate del Regno di Napoli, legata sin dal Medioevo alla storia della nobiltà napoletana. Il Titolo Principesco fu istituito nel 1639 con Giuseppe I Caracciolo, primo principe di Torella 6 7.

Egli divenne 5° Principe di Torella nel 1740, titolare del feudo lucano di Torella dei Lombardi, succedendo al fratello maggiore, Antonio Carmine Caracciolo, IV Principe di Torella, morto senza eredi diretti maschi. La sua ascesa confermava la continuità dinastica dei Caracciolo nella linea primogenita di Torella, legata genealogicamente ai principi di Avellino 8.

Durante il governo del suo principato, don Domenico Caracciolo fu amministratore di vasti possedimenti feudali che la sua famiglia aveva accumulato nei secoli precedenti tramite investiture regie, matrimoni vantaggiosi ed acquisizioni patrimoniali. Oltre i cospicui impegni legati alla guida ed alla gestione del Feudo, delle terre, l’amministrazione della giustizia baronale, la cura delle relazioni di vassallaggio e l’assolvimento di doveri nei confronti della corte borbonica, ebbe un ruolo importante di Consigliere del Re Carlo di Borbone, nell’ammodernamento delle forze armate borboniche e della sua Cavalleria.

La nobile figura di don Domenico Caracciolo era perfettamente inserita nelle dinamiche di corte settecentesche nel Regno di Napoli. Saldo nelle tradizioni familiari, attento alla gestione del patrimonio, e partecipe della struttura gerarchica e feudale che caratterizzava l’epoca, ebbe un ruolo significativo come Consigliere Militare 9, poiché molto vicino al Re, questo rapporto gli garantì il privilegio di essere nominato Grande di Spagna di Prima Classe e Gentiluomo di Camera del Re di Napoli 10 11.

Don Domenico Caracciolo, 5° Principe di Torella, pur non avendo comandato direttamente la Cavalleria Borbonica, fu una figura centrale nelle riforme strategiche dell’esercito borbonico e della cavalleria. Il suo ruolo fu quello di consigliere strategico e riformatore della Corona, collaborando strettamente con Re Carlo di Borbone per implementare politiche che modernizzarono l’esercito e migliorarono l’efficienza della cavalleria, contribuendo al rafforzamento della difesa del Regno. È stato una figura centrale nelle riforme militari che hanno trasformato il Regno di Napoli sotto il governo di Carlo di Borbone. Il suo impegno si concentrò principalmente nell’ammodernamento delle forze armate borboniche, con un particolare accento sulla riforma della Cavalleria. Questo processo di riorganizzazione e potenziamento venne attuato con l’obiettivo di rafforzare la capacità difensiva del regno e di adattare le forze armate agli standard militari europei dell’epoca 12 13 14 15 16.

La sua vita a corte derivante dal suo alto lignaggio Principesco e dalla carica di consigliere militare del Re, lo portarono a stretto contatto con quell’esclusivo e ristretto Cicolo Ermetico, formato da numerosi Iniziati di Alto Rango quali il Principe di San Severo don Raimondo di Sangro, con il quale intratteneva da tempo anche rapporti strettamente legati all’aspetto militare del Regno 17, don Gennaro Maria Carafa Cantelmo Stuart 7° Principe di Roccella, don Michelangelo Caetani 1° Principe di Teano, don Giovanni Maria Guevara 8° Duca di Bovino. Benché generazionalmente più maturo, condivise con questo prestigioso consesso dedito alla Santa Scienza numerose frequentazioni, che lo portarono ad essere iniziato nella Libera Muratoria, nel 1744 nella Loggia Perfetta Unione della quale Maestro Venerabile era il Principe di San Severo 18. I rapporti con questa cerchia ermetica si intensificarono e Don Domenico, entrò nel ristretto novero di Gentiluomini che il Principe don Raimondo di Sangro scelse per accrescere la Rosa d’Ordine Magno ed il novero del Rito Egizio Tradizionale 19. Il Principe di Torella fu fra i primi che ebbe accesso alla Seconda Corolla che nel breve volgere andò a consolidare la Prima, ed al Rito Egizio Tradizionale, che rappresentava la più importante compagine Ermetica del Regno, per prestigio e spessore, avendo al suo interno il milieu della Nobiltà Napolitana, Alti Ecclesiastici, Diplomatici e Militari del maggiore Rango 20.

Don Domenico passò aldilà del velo il 2 febbraio del 1759, non avendo avuto figli maschi, la successione passò al nipote don Giuseppe Caracciolo VI (1747–1808), figlio di Nicola Caracciolo, Duca di Lavello, che ereditò il Titolo principesco nel 1759 21 22

Appartenne alla seconda Corolla della Rosa d’Ordine Magno ed al secondo Cerchio Iniziatico del Rito Egizio Tradizionale 23.

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Stemma Famiglia Caracciolo di Torella.

 

Titoli e Incarichi 24 25

  • 5° Principe di Torella dal 1740
  • Grande di Spagna di Prima Classe dal 1740
  • Consigliere del Re Carlo di Borbone
  • Gentiluomo di Camera del Re di Napoli
  • 4° Duca di Lavello e
  • 5° Marchese di Bella.
  • Barone di Torella dei Lombardi
  • Barone di Baragiano
  • Barone di Torella del Sannio
  • Barone di Barile
  • Barone di Rapolla
  • Barone di Atella
  • Appartenne alla seconda Corolla della Rosa d’Ordine Magno ed al secondo Cerchio Iniziatico del Rito Egizio Tradizionale 26.

 

Note bibliografiche e sitografiche:

  • “I Caracciolo di Torella”, Libro d’Oro della Nobiltà Mediterranea.
    (Consultato per le genealogie e la storia del ramo principesco dei Caracciolo di Torella).
  • “Tavole genealogiche della famiglia Caracciolo”, Wikipedia Italia.
    (Consultato per il quadro genealogico e per le date di nascita e morte).
  • “Antonio Carmine Caracciolo (1692–1740)”, Sito GENI.
    (Consultato per il passaggio della successione e le informazioni sui fratelli Caracciolo).
  • Caracciolo di Torella – Nobiliario Napolitano a cura di Felice Caracciolo (Napoli, 1792). (Opera cartacea storica di riferimento, per lo sfondo genealogico e feudale della famiglia).
  • Enciclopedia Treccani – voce “Caracciolo“.
    (Consultato per il contesto storico della famiglia Caracciolo nell’ambito della nobiltà del Regno di Napoli).

 

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Note

  1. Da non confondere con l’omonimo Domenico Caracciolo (1715–1789), Marchese di Villamaina, Viceré di Sicilia per un quinquennio, dal 1781 al 1786, figura di spicco del riformismo borbonico.
  2. In omaggio al mito Atlantideo, da Orichalcum (lat. orichalcum, dal gr. ὀρείχαλκος oreíchalkos) che significa “rame di montagna”, attinto dalla tradizione antica, in particolare quella platonica ed atlantidea indicando non un semplice metallo, bensì un metallo leggendario, simbolo di regalità primordiale e di potere sacro dimenticato. In tale contesto, esso diventa il metallo del potere regale sacerdotale, risplendente come il fuoco, fuso tra la potenza guerriera e la sapienza divina. Platone, nel Critia, descrive l’oricalco come il secondo metallo più prezioso dopo l’oro. Il riferimento è soprattutto legato al mito Atlantideo ove il materiale veniva utilizzato quale materiale prezioso per rivestire i muri del Tempio di Poseidone. Archivio Storico del Rito Egizio Tradizionale, Fondo Napoli, Serie Fratelli XVIII Secolo, busta 14.
  3. A cura di Domenico Vittorio Ripa Montesano, Ristampa Anastatica degli Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli – Edizione Originale riservata Napoli 1911 – Ristampa Napoli 2017 ISBN 9788894296419.
  4. M. P. Cancelliere, Lo Stato feudale dei Caraccioli di Torella. Poteri, istituzioni e rapporti economico-sociali nel Mezzogiorno moderno, tesi di dottorato, Univ. Salerno, Dip. Di Teoria e Storia delle Istituzioni, Anno Accademico 2009-2010 2012 (passim, cfr. doc. in Archivio Caracciolo di Torella​).
  5. F. Fabris (a cura di A. Caracciolo), La genealogia della famiglia Caracciolo, Napoli 1966 (tav. genealogiche).
  6. Avellinesi
  7. Tavole genealogiche della Famiglia Caracciolo.
  8. Libro d’Oro della Nobiltà Mediterranea.
  9. Giuseppe Giannone, “Storia Civile del Regno di Napoli” (1723): Giannone, una delle principali fonti storiche per lo studio delle riforme borboniche, fornisce una panoramica sulle istituzioni militari del periodo. Caracciolo viene menzionato come una delle figure chiave nel miglioramento dell’esercito del Regno di Napoli, Giannone scrive: “Sotto la direzione del Principe di Torella, il Regno vide un miglioramento significativo nelle sue forze armate, particolarmente nella cavalleria, che divenne più disciplinata e ben equipaggiata” (Storia Civile del Regno di Napoli, 1723, p. 467). Testo consultato presso la Biblioteca Nazionale di Napoli.
  10. F. Fabris (a cura di A. Caracciolo), La genealogia della famiglia Caracciolo, Napoli 1966 (tav. genealogiche).
  11. Libro d’Oro della Nobiltà Mediterranea.
  12. Francesco Pizzigoni, “Storia della Cavalleria del Regno di Napoli” (1957): Pizzigoni dedica ampio spazio al ruolo di Caracciolo nella riforma della cavalleria. Come consigliere di Carlo III, Caracciolo fu un elemento cruciale nel riorganizzare e modernizzare il corpo di cavalleria, adattandolo alle nuove esigenze strategiche del regno. “Il Principe di Torella, Domenico Caracciolo, rivestì un ruolo chiave nell’ammodernamento della cavalleria del Regno di Napoli, riformando le strutture e promuovendo nuove strategie, su mandato del sovrano” (Storia della Cavalleria del Regno di Napoli, 1957, p. 97). Testo consultato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
  13. Giovanni Casimiri, “Le Riforme Borboniche nel Regno di Napoli” (1982): Casimiri fornisce un’analisi approfondita delle riforme militari e amministrative durante il regno di Carlo di Borbone. In particolare, evidenzia come Caracciolo abbia svolto un ruolo centrale nel rinnovamento dell’esercito, in particolare nel rafforzamento della cavalleria e delle forze armate. “La figura di Caracciolo fu determinante nelle riforme militari di Carlo III, in particolare per quanto riguarda la riorganizzazione della cavalleria, che doveva rispondere meglio alle nuove esigenze strategiche del regno” (Le Riforme Borboniche nel Regno di Napoli, 1982, p. 128). Testo consultato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
  14. Giovanni Battista Cerri, “La Cavalleria Borbonica nel Regno di Napoli” (1984): Cerri esplora il contributo specifico di Caracciolo alla riforma della cavalleria, con particolare attenzione alla sua supervisione sulle nuove strutture organizzative e sulle modifiche strategiche, che migliorarono l’efficienza della cavalleria durante il periodo borbonico. “Il Principe di Torella non solo supervisionò la riforma della cavalleria, ma introdusse anche nuovi schemi tattici che vennero adottati nelle principali battaglie che il Regno di Napoli affrontò durante il suo periodo” (La Cavalleria Borbonica nel Regno di Napoli, 1984, Capitolo V, p. 130-135 e p. 145). Testo consultato presso l’Archivio di Stato di Napoli e Biblioteca Nazionale di Napoli.
  15. Archivio Borbonico di Napoli: L’Archivio Borbonico conserva numerosi documenti ufficiali che testimoniano l’azione di Caracciolo nella riforma dell’esercito, in particolare nella cavalleria. Le lettere e i decreti mostrano come Caracciolo fosse coinvolto direttamente nella gestione delle forze armate e nella riorganizzazione della cavalleria. Citazione: In una lettera del 1753, Caracciolo scrive: “Le riforme intraprese nell’anno 1751 stanno dando i primi frutti: la cavalleria del Regno di Napoli risponde finalmente alle necessità della difesa del nostro regno” (Archivio Borbonico di Napoli, Fondo Ministero della Guerra Borbonico, Lettera di Domenico Caracciolo, 1753). Testo consultato presso l’Archivio di Stato di Napoli. Il V Principe di Torella, don Domenico Caracciolo, si distinse come uno degli architetti principali delle riforme militari sotto Carlo di Borbone. La sua influenza fu determinante nella ristrutturazione della cavalleria borbonica, che divenne una delle forze più efficaci del regno. Le sue riforme non solo migliorarono la disciplina e l’efficienza delle forze armate, ma introdussero anche innovazioni tattiche che si rivelarono fondamentali nelle battaglie e nella difesa del regno.
  16. In una lettera del 1753, il Principe Caracciolo scrive: “Le riforme intraprese nell’anno 1751 stanno dando i primi frutti: la cavalleria del Regno di Napoli risponde finalmente alle necessità della difesa del nostro regno.” Fonte Archivio Borbonico di Napoli, Fondo Ministero della Guerra Borbonico, Lettera di Domenico Caracciolo, 1753). Testo consultato presso l’Archivio di Stato di Napoli.
  17. Il Principe Di Sangro inventò per il Regio Esercito l’Archibugio a doppia modalità nel 1739, il Cannone leggero, nel 1741 e nel 1747 pubblicò la Pratica più agevole e più utile di esercizi per l’infanteria, un manuale di esercizi militari che fu adottato dalle truppe spagnole e lodato da sovrani europei come Luigi XV di Francia e Federico II di Prussia. In ​Enciclopedia Treccani.
  18. Domenico Vittorio Ripa Montesano “Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale” – Napoli 2011 ISBN 9788894296402.
  19. Domenico Vittorio Ripa Montesano, Origini del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, ISBN 9788894296488.
  20. Archivio Storico del Rito Egizio Tradizionale, Fondo Napoli, Serie Fratelli XVIII Secolo, busta 14.
  21. Wikipedia .
  22. Tavole genealogiche della Famiglia Caracciolo .
  23. A cura di Domenico Vittorio Ripa Montesano, Ristampa Anastatica degli Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli – Edizione Originale riservata Napoli 1911 – Ristampa Napoli 2017 ISBN 9788894296419.
  24. F. Fabris (a cura di A. Caracciolo), La genealogia della famiglia Caracciolo, Napoli 1966 (tav. genealogiche)-
  25. Libro d’Oro della Nobiltà Mediterranea.
  26. A cura di Domenico Vittorio Ripa Montesano, Ristampa Anastatica degli Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli – Edizione Originale riservata Napoli 1911 – Ristampa Napoli 2017 ISBN 9788894296419.
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