Carlo CARAFA

Carlo Carafa (Napoli 4 febbraio 1734  – Napoli 10 dicembre 1765), 7° Duca di Maddaloni, è stato un massone ed ermetista italiano noto negli ambienti ermetici con lo Jeronimo di Orfeo 1, appartenne alla Seconda Corolla della Rosa d’Ordine Magno fra i fondatori del Rito Egizio Tradizionale.

Don Carlo Carafa nacque a Napoli, il 4 del mese di febbraio dell’anno 1734, 7° Duca di Maddaloni, 4° Principe della Guardia, Grande di Spagna, primogenito del Duca Don Marzio Domenico Carafa, Principe del Sacro Romano Impero, e della sua nobilissima Consorte, la Signora Donna Anna Colonna discendente da Papa Martino V (Oddone Colonna, pontefice dal 1417 al 1431) 2.

La sua stirpe discendeva dall’antichissima e chiarissima Famiglia Carafa della Stadera, la quale fu per secoli fra le più insigni del Regno di Napoli, tanto per blasonata origine quanto per pubblici e privati meriti. L’influenza dei Carafa si estese oltre i possedimenti territoriali alla Chiesa Cattolica, dove fornirono ben 16 cardinali, tra cui Giovanni Pietro Carafa, divenuto Papa Paolo IV (1555-1559). I membri della famiglia furono insigniti di vari titoli, tra cui Principe, Duca, Marchese e Conte, e furono ammessi all’Ordine di Malta già nel 1394. Possedevano uno dei feudi più importanti e redditizi del territorio napolitano 3.

La Famiglia Carafa discende dalla nobilissima Casata dei Caracciolo, onde si separò già nei secoli XII e XIII, illustrandosi vieppiù sotto il Regno dell’Alfonso d’Aragona. Famoso fu Don Antonio Carafa, detto Malizia, patrizio napoletano, Giustiziere della Terra di Bari, il qual nel 1400 servì con somma lealtà e valore il Re medesimo. Il suo ultimogenito, Don Diomede Carafa, fu creato Conte di Maddaloni nel 1465, e nel 1558 da Sua Maestà Cattolica Filippo II, fu elevato il titolo a Ducato in favore di Don Diomede III, per singolari servigi alla Corona 4 5.

Don Carlo Carafa ereditò in giovanissima età importanti e numerosi Titoli Nobiliari, era Principe del Sacro Romano Impero, un titolo ereditato dal padre Domenico Marzio Carafa 6. Questo titolo, conferito dall’imperatore, trascendeva i confini del Regno di Napoli e testimoniava il prestigio internazionale della famiglia.

Era anche Grande di Spagna, uno dei più alti riconoscimenti della monarchia spagnola, che garantiva particolari privilegi a corte e nel Regno di Napoli, all’epoca sotto influenza spagnola 7.

Don Carlo Carafa possedeva anche il titolo di Conte Palatino, una dignità che conferiva particolari privilegi giuridici e cerimoniali 8.

Rimasto orfano del padre nel dì 28 di Novembre dell’anno 1748, fu Don Carlo assunto alla dignità di Duca in età tenera. La prima infanzia del giovane Duca, si svolse negli agi e nei privilegi tipici dell’alta aristocrazia napoletana del Settecento. La sua educazione iniziale seguì i canoni previsti per i rampolli delle grandi Casate, con tutori privati e un’attenzione particolare alla formazione culturale e comportamentale. Una testimonianza interessante dei suoi primi anni ci viene fornita da Giacomo Casanova, che nelle sue memorie racconta di aver visitato Napoli nel 1743 e di essere stato presentato alla famiglia dei Duchi di Maddaloni dalla duchessa di Bovino 9 10.

Data la sua giovane età e l’importanza della famiglia nel panorama napoletano, la corte borbonica si preoccupò direttamente della sua educazione, seguendo una prassi comune per i giovani aristocratici destinati a ricoprire ruoli di rilievo presso la Corte Borbonica e nella società dell’epoca.

Nel 1750, seguendo le consuetudini dell’aristocrazia europea del tempo, il sedicenne don Carlo fu inviato a Parigi per completare la sua formazione. Questo soggiorno nella capitale francese rappresentava un passaggio fondamentale nell’educazione di un giovane Duca, permettendogli di acquisire ulteriore raffinatezza, contatti internazionali e quell’apertura cosmopolita considerata essenziale per il suo ruolo futuro.

Per interessamento diretto la Corte Borbonica di Napoli, indirizzò il periodo della sua permanenza a Parigi, onde compisse la sua educazione secondo il costume de’ giovani Nobili. Ivi fu introdotto nella celebre Accademia, detta del Veudevil, direttamente dall’Ambasciatore Giacomo Milano Franco d’Aragona, Principe d’Ardore, su ordine del primo ministro del Regno Marchese Fogliani specificando che “il re stesso s’interessa sulla buona educazione del signor duchino di Maddaloni”  11 12 .

La risposta dell’ambasciatore, datata 17 agosto del medesimo anno, informava la corte del suo intervento “rispetto alla sempre migliore educazione e maggior profitto del signor duca di Mataloni”, che aveva provveduto a introdurre “nella più distinta reggia accademia, qui fra le altre chiamate del Veudevil”. Questa accademia era in quel periodo storico, una delle istituzioni più prestigiose di Parigi per la formazione dei giovani aristocratici, dove don Carlo avrebbe potuto perfezionare non solo la sua cultura generale, ma anche quelle abilità sociali, diplomatiche e mondane indispensabili per un uomo del suo rango. In quel breve ma intenso percorso di vita il Duca attraversò i migliori salotti aristocratici europei e la vivace scena culturale ed ermetica partenopea dell’epoca. Dalla sua educazione parigina alle passioni teatrali, dalla gestione problematica dei suoi vasti possedimenti fino alle curiose interazioni con personaggi celebri come Giacomo Casanova, la vita del Duca di Maddaloni offre uno spaccato affascinante della nobiltà napoletana settecentesca, caratterizzata particolarmente dalle sue frequentazioni di ambienti importanti dell’ermetismo napolitano, sin dalla sua giovane età.

L’introduzione in questi ristretti e riservati Circoli Ermetici avvenne grazie a più autorevoli figure di riferimento che entrarono nella vita del giovane Duca il quale rimasto in giovane età orfano di padre, fu affiancato amorevolmente da suo cugino Don Gennaro Maria I Carafa Cantelmo Stuart, 7° principe di Roccella, di un ventennio più grande di lui, il quale lo volle introdurre in quella cerchia di Maestri Liberi Muratori, dediti alla Santa Scienza. Un ruolo importante ebbe anche Don Giovanni Maria Guevara, 8° Duca di Bovino, da generazioni amico di famiglia, che diverrà a seguire suo suocero, oltre alla fondamentale e centrale figura di Don Raimondo di Sangro 7° Principe di San Severo, al quale Don Carlo era legato da antichi rapporti familiari di Sangue. Tutte queste prestigiose guide videro nel giovane Duca le virtù umane, culturali e Spirituali che vivevano in un giovane rampollo di nobilissimo e purissimo sangue, che aveva tanti requisiti per essere introdotto alle conoscenze e alla pratica della Santa Scienza 13.

Fu proprio Don Raimondo di Sangro, Venerabile Maestro della Loggia Perfetta Unione che nel 1752 appena diciottenne volle Iniziarlo al Rito Egizio Tradizionale 14.

La giovane età del Duca, l’affabilità dei suoi modi e l’affetto fraterno ma anche paterno dei Fratelli tutti verso l’unico giovanissimo membro della ristretta Cerchia Interna, lo portarono ad essere inserito in maniera piuttosto celere, nella Seconda Corolla della Rosa d’Ordine Magno contrariamente alle procedure che normalmente richiedevano tempi probatori sicuramente più ampi. Ma fu proprio il Gran Maestro e Gran Hyerophante Principe di San Severo che vide nella purezza del sangue e nella profondità d’animo del giovane Duca un perfetto candidato da far crescere sotto la sua attenta e sapiente guida, per farlo divenire un Adepto 15.

Nel 1755 il Duca don Carlo, contrasse nozze con Donna Vittoria de Guevara, figlia del Duca di Bovino (da anni suo Fratello di Loggia) e della Duchessa donna Anna Maria Suardo. Da sì nobile connubio nacque il 27 Febbraio 1758 don Domenico Marzio Carafa, che fu l’ultimo a portare il glorioso nome di Duca di Maddaloni. Il Poeta Giovanni Passeri ne celebrò l’evento con versi solenni nei componimenti: Il Natale di Alcide e La Toeletta 16 17.

È notorio ch’egli fu due volte in relazione con l’illustre Avventuriero Veneziano. La prima nel 1743, quand’era fanciullo, come suindicato, e la seconda nel 1761, già Duca, maritato e padre. In questa seconda occasione, Casanova ebbe libero accesso al Palazzo Maddaloni, visitò la biblioteca, la scuderia, ed altresì fu introdotto alle delizie del teatro privato e della vita mondana partenopea. Memorabile è l’episodio della Leonilda, sua amante, che si scoprì poi esser figlia naturale dello stesso Casanova 18 19.

Unitamente alle scienze ermetiche, Don Carlo fu incline alle lettere, amante della poesia e del dramma e mantenne nel suo Palazzo avito una compagnia di filodrammatici, nella quale egli stesso prendeva parte con vivace spirito e talentuosa disposizione. Fra i suoi sodali si annoverano i letterati Giambattista Lorenzi e Pietro Napoli Signorelli.

Tanta magnificenza fu purtroppo accompagnata da cattiva economia. Dissipando egli con liberalità eccessiva le ingenti rendite feudali, pertanto si rese necessaria una Soprintendenza ordinata direttamente dal Re medesimo, nella persona di Don Tommaso Varano, onde si evitasse la rovina del patrimonio.

Il Duca don Carlo Carafa, passò aldilà del velo in Napoli il 10 dicembre 1765, all’età di soli trentun anni 20.

La sua scomparsa prematura ed inattesa, lasciò il Titolo ed il patrimonio dei Duchi di Maddaloni nelle mani del figlio Domenico Marzio, all’epoca appena settenne, sotto la tutela di amministratori 21 .

 

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Stemma della Famiglia CARAFA di Maddaloni

Titoli e Incarichi 22

  • 7° duca di Maddaloni e Frosolone
  • 4° Principe della Guardia
  • Principe del Sacro Romano Impero
  • Grande de España
  • Marchese di Arienzo
  • Conte Palatino
  • Barone di Sant’Agata dei Goti con Cologno
  • Barone di Castel Bagnolo
  • Barone di Cerreto
  • Barone di Faggiano
  • Barone di Laiano
  • Barone di Piscitello
  • Barone di San Silvetro e Verruni
  • Barone di Pontelandolfo
  • Barone di Guardia San Framondo
  • Barone di San Lorenzo
  • Barone di Limata
  • Barone di Petraroia
  • Barone di San Laurentiello
  • Barone di Civitella
  • Barone di Massa Superiore e Inferiore
  • Barone di San Salvatore e di Castel Venere
  • Membro della Seconda Corolla della Rosa d’Ordine Magno e fra i primi Fratelli iniziati al Rito Egizio Tradizionale

 

Bibliografia

  • Casanova, Histoire de ma vie, Wiesbaden 1960;
  • Saggio di poesie di G. Passeri fra gli Arcadi Talisio Nidemio, Napoli 1766;
  • Croce, Un amico napol. del Casanova, in Aneddoti e profili settecenteschi, Napoli 1914.
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Prima pubblicazione WEB 2018 E
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Citazioni

 

Note

  1. Nella cultura del tempo, rappresentava l’archetipo dell’iniziato perfetto: colui che ha varcato il confine tra il mondo visibile e l’invisibile, che conosce i Misteri della Vita e della Morte. Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis Fondo Napoli, Sezione Fratelli XVIII secolo, busta 9.
  2. Enciclopedia Treccani.
  3. Archivio di Stato di Napoli – Famiglia Carafa.
  4. Archivio di Stato di Napoli – Famiglia Carafa
  5. GenmarenostrumLinea genealogica dei Carafa.
  6. Treccani “Dizionario Biografico degli Italiani” a cura di Georg Lutz – voce Carafa
  7. Treccani “Dizionario Biografico degli Italiani” a cura di Georg Lutz – voce Carafa
  8. Treccani “Dizionario Biografico degli Italiani” a cura di Georg Lutz – voce Carafa
  9. Nel 1743 Giacomo Casanova, per la prima volta a Napoli, fu presentato dalla duchessa di Bovino alla famiglia Maddaloni, ricevendone calorose accoglienze al punto che in quell’occasione, quando Carlo aveva appena nove anni, lo zio Lelio Carafa offrì a Casanova “un lauto stipendio” affinché assumesse il ruolo di precettore del giovane duca. L’avventuriero veneziano, tuttavia, rifiutò l’incarico, preferendo proseguire il suo viaggio verso Roma, dove sperava di trovare altre opportunità. Prima di partire da Napoli, nel gennaio 1744, ricevette dal Carafa alcune lettere di presentazione, segno della benevolenza che la famiglia gli aveva accordato nonostante il suo rifiuto “don Lelio Carafa me fit offrir des gros appointements, si je voulais rester auprès de son neveu, duc de Matalone qui avait alors diz ans, pour diriger ses études” (Casanova, I, p. 207).
  10. Treccani “Dizionario Biografico degli Italiani” a cura di Georg Lutz – voce Carafa
  11. Casanova in “G. Histoire de ma vie” – Wiesbaden 1960, I, p. 207; II, pp. 164, 168; IV, ibid. 1961, pp. 160, 210 ss.
  12. Treccani “Dizionario Biografico degli Italiani” a cura di Georg Lutz – voce Carafa
  13. Domenico Vittorio Ripa Montesano, Origini del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, ISBN 9788894296488.
  14. Domenico Vittorio Ripa Montesano “Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale” – Napoli 2011 ISBN 9788894296402.
  15. Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis Fondo Napoli, Sezione Fratelli XVIII secolo, busta 9.
  16. Saggio di poesie di G. Passeri fra gli Arcadi Talisio Nidemio, Napoli 1766, pp. 137-139 173-202.
  17. Casanova, G. Histoire de ma vie; Wiesbaden 1960, I, p. 207; II, pp. 164, 168; IV, ibid. 1961, pp. 160, 210 ss.
  18. B. Croce in “Un amico napoletano del Casanova” – Napoli 1914, pp. 63-76.
  19. Casanova, G. Histoire de ma vie; Wiesbaden 1960, I, p. 207; II, pp. 164, 168; IV, ibid. 1961, pp. 160, 210 ss.
  20. Treccani “Dizionario Biografico degli Italiani” a cura di Georg Lutz – voce Carafa
  21. Treccani “Dizionario Biografico degli Italiani” a cura di Georg Lutz – voce Carafa
  22. L’écosystème généalogique.
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