Fulvio Gherli

Fulvio Gherli (Modena, 5 giugno 1670 – Guastalla, 15 marzo 1735) fu un insigne medico, chirurgo Ermetista ed Alchimista 1.

Il Gherli, Dottore in medicina e chirurgia, svolse l’inizio della sua attività medica nella comunità di Scandiano e di S. Martino d’Este. Le sue capacità professionali lo portarono a divenire medico personale del Principe Foresto d’Este. A seguire curò la comunità di Fiumalbo 2, salvo poi divenire protomedico dell’Altezza Serenissima Giuseppe Maria Gonzaga, Duca di Guastalla 3, del quale ne curò le profonde e gravi patologie 4. Ottenne l’insegnamento accademico presso la prestigiosa Università di Napoli. Fu chiamato nella Capitale del Regno, ove il Serenissimo Duca di Guastalla suo protettore aveva vissuto nell’ottobre 1714 per prendere possesso del feudo paterno di San Paolo, nel Regno di Napoli. Pare che il Gherli ebbe unitamente all’insegnamento accademico anche il compito di curare gli interessi del Serenissimo, dopo che egli firmò una procura sui territori napoletani a favore della zia Eleonora Gonzaga, badessa in un monastero napoletano 5. A Napoli il Gherli divenne anche medico di fiducia del Casato dei San Severo 6. Fulvio Gherli rientrò negli ultimi anni della sua vita a Guastalla, ove seguì ad essere il protomedico del Duca, ed ivi morì 15 marzo 1735 7.

L’aspetto della vita del Gherli, che maggiormente interessa i nostri studi è quello dedicato alla ricerca Alchemica ed all’Ermetismo. Sappiamo che il periodo Napolitano rappresentò per il Gherli la maturità dei suoi studi Ermetici, in quanto fu seguito nella Capitale del Regno dal suo Maestro il noto Alchimista Francesco Maria Santinelli, il quale frequentò la città di Napoli 8  9 anche per via della sua tumultuosa relazione sentimentale con la duchessa di Ceri Maria Aldobrandini Cesi 10, allontanata da Roma per volontà del suo prozio il papa Alesandro VII 11 .

Rito Egizio Tradizionale

“… la scoperta del Vero e del Falso, dell’Utile e dell’Inutile…”

L’insegnamento accademico gli conferì un certo prestigio, ma soprattutto la sua fama di protomedico di corte gli consentì di entrare in contatto con esponenti dell’Alta Aristocrazia Napoletana. Fra le famiglie in assoluto più in vista del Regno vi era proprio quella dei Principi di San Severo Grandi di Spagna, dei quali ne divenne intorno al 1730 il medico di fiducia 12, (così come accaduto in precedenza per il Duca di Guastalla ed il Principe Foresto d’Este), e fu proprio in quella nobile e potente famiglia che il Gherli conobbe il giovane Principe Don Raimondo rientrato da Roma ove era stato allievo presso i Gesuiti (terminerà gli studi nel 1730) 13. La forte personalità del Principe colpì profondamente il Gualdi. Don Raimondo di Sangro, morto il nonno Don Paolo Cavaliere del Toson d’Oro, grazie alla rinuncia paterna ne successe nei Titoli e negli ingenti beni. Divenne a soli sedici anni 7° Principe di Sansevero e Capo della Casata e dell’Armi, ereditando anche il palazzo di Sangro, la prestigiosa dimora degli avi, nella quale si stabilì in pianta stabile nel 1737 nel cuore del centro antico di Napoli. Una città mossa da forte fermento essendo divenuta dal 1734 capitale del nuovo Regno guidato da Re Carlo di Borbone. Il Gherli intravide nel giovane Principe le potenzialità del futuro Discepolo. Don Raimondo già in precedenza aveva dato prova del suo spiccato ingegno creativo e delle sue poliedriche capacità intellettive. Il 1729 fu l’anno che segnò il suo sbalorditivo esordio in qualità di inventore, dando prova del suo “maraviglioso intelletto”. In occasione di una rappresentazione teatrale in Roma, egli progettò, un ingegnoso palco mobile con l’innovativa caratteristica di essere ripieghevole, che destò lo stupore perfino di Nicola Michetti, ingegnere dello Zar Pietro il Grande.

Queste doti profonde non sfuggiranno ad uno studioso attento, ad un fine Ermetista nonchè eccelso Alchimista quale il Gherli, che progressivamente gli trasmise i suoi profondi Saperi, e lo iniziò all’Arte Reale reputandolo degno, per intelletto e per i suoi Sommi Natali 14.

Napoli di quegli anni rappresentava il perfetto crogiuolo ove si fondevano i Saperi provenienti dalla Schola Alchemica Napolitana, la stessa città ove il Gherli con il Santinelli poterono in precedenza armonizzare le conoscenze legate al Circolo Napolitano della Rosa+Croce 15. Tanto il Gualdi 16 quanto il Santinelli infatti appartennero alla cerchia italica della Rosea+Croce, come si può evincere in un passaggio di un sonetto Alchemico del Santinelli 17. Recenti approfondimenti e studi su documenti originali ed Archivi del Rito Egizio Tradizionale, portano a ritenere con certezza con l’ausilio di attendibili fonti, che il Gherli, fu autore anche di opere Alchemiche quali “Proteo Metallico” (1721) 18. In questo lavoro, intitolato nel Trattato francese sui sette metalli, l’autore analizza le diverse trasformazioni dei metalli e dei preparati medicinali, come bere oro, olio mercuriale, sale di rame, ecc. Dà anche le diverse operazioni per la trasmutazione (Metamorfosi) di mercurio, argento, rame e stagno in oro. Nel capitolo sull’oro, si occupa della pietra filosofale, citando Cardan, Geber, Michael Sendivogiu, Augurelli, Nicolas Flamel, Michael Maier.

Opere

  • Il Proteo Metallico o sia delle trasformazioni superficiali de’ Metalli, e delle differenziazioni preparazioni dei medesimi molto personale per debellare i più atroci, che il Corpo Umano affliggono, e per riscoprire gl’inganni de’ falsi Chimici. Opera Filosofico-Medico-Chimica, per Giuseppe Corona, Venezia, 1721.
  • Regola Sanitaria Salernitana: Regimen Sanitatis Salernitatum versione italiana di Fulvio Gherli Salerno.
  • Fulvio Gherli, Michele Pigoni, I medicamenti posti alla pietra del paragone, o sia una disamina di tutti i rimedj delle speziarie, in cui si scoprono gli errori di molti speziali nel fabbricarli, e di non pochi medici nell’ordinarli, facendosi in tal maniera conoscere la vera idea del medico pratico opera di Fulvio Gherli cittadino modonese,  per Giuseppe Corona, a S. Caterina, Venezia 1722.
  • I medicamenti posti alla pietra del paragone, o sia una disamina di tutti i rimedi delle Spezierie, in cui si scoprono gli errori di molti Speziali nel fabbricarli, facendoli in tal maniera conoscere. Venezia 1732 per Giuseppe Corona a S. Caterina.
  • La Vera Idea del Medico Pratico. Venezia 1732 per Giuseppe Corona a S. Caterina.
  • La scuola salernitana dilucidata: o sia Lo scovrimento del vero e del falso, dell’utile e dell’inutile di questa stimatissima opera, per sapersi conservar sano, e prolungare la vita, spiegandosi tutto sul buon gusto moderno. In Venezia, presso Giuseppe Corona, in merceria, 1733.
  • I feriti posti in salvo, o sia Il vero modo di curar le ferite fondato sopra le dottrine del celebre Magati, colla
    Rito Egizio Tradizionale

    Documento attestante la NON Censura da parte degli Inquisitori Generali del Sant’Uffizio di Venezia e l’approvazione alla stampa.

    scoverta d’un balsamo spiritoso, che a guisa di miracolo ferma il sangue sgorgante anche da’ piu grossi vasi feriti e con maggiore prestezza di qualsivoglia altro rimedio fino ad ora inventato contribuisce alla pronta sanazione delle ferite Aggiuntovi in fine alcune lettere dell’autore all’illustriss. sig. Vallisneri, colle responsive dello stesso intorno alla nascita de’ pidocchi cutanei e con nuovi rimedj per uccidergli. Bortolo Baronchelli, Venezia 1752.

  • Notizia editoriale anonima di F. Gherli, Centuria d’osservazioni rare di medicina e cirugia di Fulvio Gherli, cittadino Modonese, dottore di filosofia e medicina, ed al presente medico attuale dell’Altezza Sereniss. del Sig. Principe Foresto d’Este, e della comunità di Scandiano; e dedicata dallo stesso al merito eccelso.
  • Centuria prima di rare osservazioni di medicina, e cirusia di Fulvio Gherli cittadino modonese, protomedico dell’Altezza Serenissima Giuseppe Maria Gonzaga, Duca di Guastalla. Presso Bortolo Baronchelli, Venezia 1753.
  • Centuria seconda di rare osservazioni di medicina, e cirusia di Fuluio Gherli cittadino modonese, protomedico dell’Altezza Serenissima Giuseppe Maria Gonzaga, Duca di Guastalla. Presso Bortolo Baronchelli, Venezia 1753.
  • Due lettere, datate 15 aprile 1724 e 30 maggio 1724, in F. Gherli, Giunta di alcune lettere fisico-mediche intorno all’Origine del Morbo detto Pedicolare, e suoi Rimedi, in I feriti posti in salvo, o sia il vero modo di curar le ferite, fondato sopra le dottrine del celebre Magati, colla scoverta d’un balsamo spiritoso… aggiuntovi in fine alcune Lettere dell’autore all’Illustriss. Sig. Vallisneri, colle responsive dello stesso, intorno alla nascita de’ Pidocchi cutanei, e con novi rimedi per uccidergli; Opera di Fulvio Gherli…, Padova, per Gio. Battista Conzatti, 1724, pp. 121-74. La Giunta di alcune lettere… venne anche pubblicata separatamente, s. n. t., con numerazione autonoma delle pagine. Su questo si veda M. Sabia, op. cit., pp. 100-1 e 180-81.

 

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Note

  1. Cav. Girolamo Tiraboschi, Biblioteca Modenese o notizie della vita e degli scrittori natii degli Stati del Serenissimo Signor Duca di Modena, Tomo II – Modena MDCCLXXXII Società Tipografica pag. 392.
  2. Cav. Girolamo Tiraboschi, Biblioteca Modenese o notizie della vita e degli scrittori natii degli Stati del Serenissimo Signor Duca di Modena, Tomo II – Modena MDCCLXXXII Società Tipografica pag. 392.
  3. Centuria prima di rare osservazioni di medicina, e cirusia di Fulvio Gherli, cittadino modonese, protomedico dell’Altezza Serenissima Giuseppe Maria Gonzaga, Duca di Guastalla.  Venezia presso Bortolo Baronchelli – MDCCLIII.
  4. Dizionario Biografico Treccani – Giuseppe Maria Gonzaga.
  5. I. Affò, Storia della città e ducato di Guastalla, IV, Guastalla 1787, pp. 1-3, 28-91 e pàssim.
  6. Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli – Edizione Riservata Napoli 1911 – Ristampa a cura di Domenico Vittorio Ripa Montesano, ISBN 9788894296419.
  7. Cav. Girolamo Tiraboschi, Biblioteca Modenese o notizie della vita e degli scrittori natii degli Stati del Serenissimo Signor Duca di Modena, Tomo II – Modena MDCCLXXXII Società Tipografica pag. 392.
  8. I. Fuidoro, Giornali di Napoli, Vol II Napoli 1939 pag. 40.
  9. Christine de Suède et le Cardinal Azzolino, Paris 1899 pp. 41-47, 324, 338.
  10. Antonio E. Piedimonte, Corriere del Mezzogiorno, Cristina, storia di una quasi regina di Napoli: il potere, gli amori e l’alchimia La vita della sovrana di Svezia intrecciata a quella di intellettuali e nobili partenopei del ‘600 – 22 febbraio 2012.
  11. Vita di Alessandro VII, Sommo Pontefice libri cinque del cardinale Sforza Pallavicino della Compagnia di Gesù, Volume Quinto, Milano 1843 per Giovanni Silvestri pag. 311-318.
  12. Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli – Edizione Riservata Napoli 1911 – Ristampa a cura di Domenico Vittorio Ripa Montesano, ISBN 9788894296419.
  13. Sito Ufficiale del Museo di Sansevero, Infanzia e Giovinezza del Principe (ultima consultazione 21/03/2018)
  14. Domenico Vittorio Ripa Montesano, “Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale” – Ed. Riservata Napoli 2011, ISBN 9788894296402.
  15. A cura di Alessandro Boella, Antonella Galli, L’alchimia Della Confraternita Dell’aurea Rosacroce, Roma 2013 Ed. Mediterranea ISBN 9788827222591. Questo volume costituisce un ulteriore e fondamentale contributo alle ricerche finora condotte sull’enigmatica Confraternita dell’Aurea Rosacroce, di origine italiana e risalente al XVI secolo. Sono qui pubblicate le parti più importanti di un manoscritto italiano dell’Aurea Rosacroce conservato a Napoli, contenente testi che dimostrano un’avanzata conoscenza della pratica dell’Alchimia in seno alla Confraternita, nonché gli statuti del 1678 della Confraternita nella loro integralità, che testimoniano della sua esistenza sin dal 1542-1543.
  16. Federico Barbierato, Federico Gualdi e i Cavalieri dell’Aurea Croce (thèse de doctorat, Université catholique du Sacré Cœur, Milan), 1999, pp. 425-496.
  17. F.M. Santinelli, Sonetti Alchemici ed altri scritti inediti, a cura di A.M. Partini. Edizioni Mediterranee – Roma 1985 pag.81 EAN: 978882720874.
  18. L’Ode Alchemica del Crassellame  – nota introduttiva a cura di Massimo Marra.