Francesco Caracciolo Carafa della Stadera
Francesco Caracciolo Carafa della Stadera (Napoli, 14 novembre 1938 – Roma,

Il Fratello, Principe don Francesco Caracciolo Carafa della Stadera∴ . Archivio Fotografico del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Napoli – Piramide di Roma 4 Febbraio 2020.
12 dicembre 2022), è stato un nobile, aviatore, massone ed ermetista italiano, conosciuto negli ambienti ermetici con lo Jeronimo di “Statera“ 1.
Dal 2007 fino al suo passaggio aldilà del Velo, fu Membro Permanente della Giunta Esecutiva e del Gran Consiglio del Sinedrio del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli 2.
Il Principe Don Francesco Caracciolo Carafa della Stadera 33∴ 33°90°96°, Grande di Spagna, 9° Duca di Traetto, 15° Marchese di Sant’Eramo, discendeva dall’illustre Famiglia Caracciolo Carafa di Sant’Eramo una delle più autorevoli ed importante Casate Nobiliari del Regno di Napoli, risultante dall’unione tra i Caracciolo, una delle famiglie più antiche e influenti di Napoli, ed i Carafa della Stadera, anch’essi di grande rilievo nella nobiltà meridionale. Il Capostipite del ramo di Sant’Eramo fu Bartolomeo Caracciolo (†1592), figlio di Marcello e di Laura d’Aquino dei Marchesi di Corato, patrizio napoletano, 1° marchese di Volturara dal 1589, marito della nobildonna Luisa Filomarino. Fu Figlio del Principe Don Giambattista che sposò a San Sebastián, in Spagna, il 13 agosto del 1937, donna Amparo Pelaez de la Torre, esponente di una antica e nobile Famiglia spagnola (Madrid, 26 settembre 1914 – † Napoli, 30 agosto 1991) 3.
Don Francesco, fu uomo di cultura enciclopedica, ampia e ricca di numerosi interessi che spaziavano dalla cultura classica alla scienza, unita a profonda familiarità con i saperi, i valori e l’armonia dell’antichità, che ha saputo tradurre in visione e sensibilità contemporanea. Amante della geopolitica, filosofia classica e contemporanea, combinata ad una curiosità intellettuale che gli consentiva di spaziare fra molteplici campi dello scibile.
Pur animato dalla conoscenza verso i classici della letteratura e la mitologia greca, nutrito dai grandi saperi ed interessi verso l’Ermetismo, seppe armonizzare l’eredità antica anche familiare, con una visione interiore profonda, portando la stessa misura e lo stesso rigore anche nei campi della scienza moderna. Amante del volo, fu nell’intero corso della sua vita un provetto Aviatore, avendo compiuto i suoi studi accademici nell’ambito dell’ingegneria aeronautica. Bibliofilo e collezionista, possedeva una biblioteca personale immensa ed antica, colma di libri e pergamene sin dal XII secolo. Crebbe con l’amore per la conoscenza, l’arte e la scienza, come confacente ad un uomo ed un Iniziato del suo antico lignaggio.
L’archivio della famiglia Caracciolo Carafa di Santeramo, rappresenta un complesso documentario di notevole rilievo artistico, storico ed archivistico comprendendo testi che coprono un amplissimo arco temporale dal 1191 estendendosi fino al 1976. Questo profondo valore culturale è costituito nel fondo Caracciolo di Santeramo (dei Caracciolo, Marchesi di Santeramo dal 1639) e dal fondo Carafa di Traetto (pervenuto al casato Caracciolo nel 1873 maritali jure). L’Archivio della famiglia Caracciolo Carafa di Sant’Eramo, di proprietà del Principe don Francesco Caracciolo Carafa, era inizialmente conservato nel palazzo di famiglia a Napoli, sito alla Riviera di Chiaia. A seguito di un allagamento dei locali, nel 1974 l’archivio fu trasferito nel palazzo marchesale di Santeramo in Colle e successivamente sistemato nella seicentesca masseria fortificata di Viglione, sempre di proprietà della Famiglia, situata a pochi chilometri dal centro abitato della città in provincia di Bari. Nel 1989, l’archivio è stato depositato presso l’Archivio di Stato di Bari 4, unitamente ad un consistente numero di libri provenienti dalla biblioteca di famiglia 5.
L’archivio composto da: “Pandetta delle pergamene”, “Repertorio di tutte le scritture esistenti in Archivio” 1873, “Registro delle carte, titoli e libri comuni ai due germani Marchese di S. Eramo Don Onorato, e Conte Stella Don Antonio Caracciolo” 1878, “Registro dell’Archivio della Signora Donna Carmela Macedonio di Ruggiano riformato e riunito nel 1859”, aveva un importante valore storico, artistico e culturale di elevata rilevanza, per volontà diretta del Principe Don Francesco fu depositato presso l’Archivio di Stato di Bari, al fine di consentirne la digitalizzazione e la custodia di preziosi testi storici e saperi da trasmettere.
Il Principe don Francesco unì l’amore per gli studi classici a quelli per l’Ermetismo dedicandosi sin dai tempi degli studi accademici ad approfondire tematiche importanti, ricercando personalmente una Via, finché non entrò in contatto più stretto con un personaggio importante del panorama massonico Internazionale il Luogotenente Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del 33° ed ultimo per l’Italia del Rito Scozzese Antico ed Accettato della C.·.A.·.M.·.E.·.A.·., già amico sincero e di famiglia di suo padre don Giambattista (Gianni).
Il rapporto fra i due, si intensificò e dopo le sue nozze avvenute a Napoli il 21 febbraio 1978, Don Francesco fu da lui Iniziato nella Valle del Sirio, presso il monumentale Tempio all’Oriente di Rapallo nella Loggia Madre C.·.A.·.M.·.E.·.A.·., al cospetto del Sovrano Gran Commendatore il Ven.·.mo Fratello Aldo Vitale.·., Ispettore Generale del R∴S∴A∴A∴ per l’Italia del Supremo Consiglio Madre del Mondo per il Rito Scozzese Antico e Accettato, con sede in Washington D.C. .
Questa prestigiosa figura che lo introdusse nel mondo della Massoneria e lo Iniziò, era anche il padre del nostro 16° Sovrano Gran Hyerophante Generale e Gran Maestro Fr.·. Don Logos~, il quale con il Fratello Don Francesco avrebbe condiviso nei lustri un lungo percorso umano, culturale, Iniziatico e Spirituale lungo la via della Santa Scienza. Don Francesco in virtù dei suoi profondi Saperi Ermetici, della sua ampia cultura e delle meravigliose capacità relazionali salì proficuamente e con vigore la Scala della Piramide Scozzese, ottenendo il 33° che lo condusse ad entrare nel Supremo Consiglio della C.·.A.·.M.·.E.·.A.·. e da lì a breve ne divenne membro permanente della Giunta Esecutiva. Le sue stupende relazioni internazionali ed il suo cospicuo bagaglio esperienziale di chi aveva frequentato i migliori salotti d’Europa, lo portò ad avere un ruolo di grosso prestigio e visibilità negli ambienti Internazionali dell’Istituzione, che rappresentò con i vertici della C.·.A.·.M.·.E.·.A.·., in molteplici scenari autorevoli nei due emisferi. Attivo nella prestigiosa ed influente Officina “Bona Sforza” all’Oriente di Bari, ove Maestro Venerabile era il suo Iniziatore, cementò i suoi rapporti con gli autorevoli e selezionatissimi Fratelli con i quali avrebbe condiviso molti piacevoli momenti della sua vita, anche in ambiti profani. Quando da Washington D.C. nel 1982, su indicazione del Supremo Consiglio Madre del Mondo, si decise che il panorama massonico Italiano, per via dei suoi tumulti, non era pronto al progetto di riunificazione voluto espressamente da questo Organo Supremo, che aveva favorito nel ’58 la nascita stessa della C.·.A.·.M.·.E.·.A.·., unitamente ai Vertici della Giunta Esecutiva del Supremo Consiglio ne deliberò la quiescenza.
Riprese il suo Cammino in seno alla Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana degli A∴L∴A∴M∴ – Comunione Italiana di Piazza del Gesù, nella quale era confluito tutto il corpo Azzurro della C.·.A.·.M.·.E.·.A.·., sempre nella R∴L∴ Bona Sforza di cui dando continuità familiare alla terza generazione consecutiva di 33°, il Maestro Venerabile era divenuto il Fratello Don Logos~. A seguire il Principe don Francesco fece proficuamente gemmare, in altro Oriente, una propria Officina che si riuniva in alcuni locali allestiti nella storica tenuta di Viglione, presso la sua avita masseria fortificata. Questa cerimonia di Installazione a Maestro Venerabile avvenne presso l’Oriente di Messina al cospetto del Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del 33° ed Ultimo Grado per l’Italia del R∴S∴A∴A∴ Comunione di Piazza del Gesù, il Ven∴mo Fratello Don Peppino Costa∴ | Sitha-El, che rivestiva anche la carica di 15° Sovrano Gran Hyerophante Generale e Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli. Ebbe a breve accesso anche a quel prestigioso Consesso Scozzese divenendone, in virtù dei suoi Alti Gradi e della sua lunga esperienza di governo, membro attivo del Supremo Consiglio della Comunione Italiana di Piazza del Gesù.
Quando nel 1997 vi furono fermenti e sotto l’attenta guida del Ven∴mo Fratello Aldo Vitale∴ rifiorì l’idea di risvegliare la C.·.A.·.M.·.E.·.A.·., fu fra i primi Fratelli Decani del Supremo Consiglio, a dedicare amorevole tempo e dedizione per attuarla. Il progetto vide la Luce formalmente il 20 settembre 2003, ma la prematura morte del Sovrano Gran Commendatore il Ven∴mo Fratello Aldo Vitale∴, avvenuta il 17 settembre 2004, giorno della Gran Loggia che avrebbe fatto riemergere la C.·.A.·.M.·.E.·.A.·., fu con evidenza un infausto segnale.
Il convulso periodo iniziale dopo le tumultuose dimissioni del primo G∴M∴ vide un intervallo di ordine e disciplina, con la nomina del nuovo Gran Maestro al quale il Principe don Francesco era legato da antica e profonda Fratellanza. Lavorarono insieme ed alacremente per la rinascita della C.·.A.·.M.·.E.·.A.·., ove entrambi molti anni prima avevano ricevuto la Prima Luce, però decisero nel tempo e con una certa amarezza di dover abbandonare quel consesso per evidenti diversità di vedute con molteplici esponenti soprattutto nel Governo del Rito e non condividendone più le linee guida, fermi nei comuni valori e nel giuramento prestato ai loro Maestri Passati, ne fuoriuscirono con un manipolo ristretto ma prestigioso di qualificati Fratelli di ampia caratura anche esoterica, per dare vita nel maggio del 2009 al fulgido progetto della Gran Loggia Phoenix degli A∴L∴A∴M∴, della quale Don Francesco ne divenne Fratello Fondatore e Decano, nel Solco più profondo della Massoneria Tradizionale.
Il vero impegno del Principe negli ultimi quindici anni della sua vita Massonica fu dedicato primariamente al Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli con lo jeronimo di Statera 6. Quando il 7 Luglio del 2007 il 16° Sovrano Gran Hyerophante Generale e Gran Maestro Don Logos~, ricevette la Somma Ankh ad vitam dal suo predecessore Don Peppino Costa∴ | Sitha-El, volle accanto a sé sin dalla prima convocazione del Gran Consiglio del Sinedrio tenutosi nel Plenilunio della Luna di Thot, il Principe don Francesco fra i Membri Permanenti della Giunta Esecutiva, il quale nella seconda metà degli anni ’90 dello scorso secolo, aveva ricevuto l’Iniziazione a Maestro Osirideo in seno alla Loggia Perfetta Unione del Rito Egizio Tradizionale e ne aveva continuato nel tempo il Cammino lungo la Piramide, nel Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli 7.
In questa solida realtà iniziatica, fatta di quiete e Spiritualità basata sulla ricerca interiore e dedicata agli studi della Santa Scienza, egli seppe donare un importante apporto sapienziale ed esperienziale per il buon Governo del Nostro Venerabile Rito. Diede altresì continuità iniziatica ad una antica tradizione Familiare, che aveva visto fra i Fratelli Gentiluomini fondatori del Rito Egizio Tradizionale prestigiosi suoi avi quali Don Gennaro Maria Carafa Cantelmo Stuart 7° Principe di Roccella, il Principe Don Domenico Caracciolo 5° Principe di Torella (1696–1759) ed il Principe Don Carlo Carafa (Napoli 4 febbraio 1734 – Napoli 10 dicembre 1765) 7° Duca di Maddaloni, tutti personaggi insigni con i quali anche se a distanza di secoli ne continuava a condividere, inclinazioni culturali, amore per la Santa Scienza ed una profonda fede Cattolica, perfettamente compatibile con l’appartenenza al R∴E∴T∴, ove molti fra i Gentiluomini Fratelli Fondatori e lungo i secoli furono Cavalieri che vestirono il Collare e le Insegne del cattolicissimo ed Illustre Ordine Reale di San Gennaro ed altri ricoprirono Alti Gradi del Clero Pontificio 8.
Il Principe don Francesco, è passato aldilà del velo serenamente nel sonno nella sua dimora Romana lunedì 12 dicembre del 2022, accanto alla sua sempre amata donna Anna.
Titoli e Incarichi 9 10 11
- 3° Principe Caracciolo Carafa
- Grande di Spagna
- 9° Duca di Traetto
- 15° Marchese di Sant’Eramo
- 12° Marchese di Cervinara
- 12° Marchese di Mottola
- Marchese di Volturara
- Conte di Cerro
- Patrizio Napoletano del Sedile di Capuana
- Signore di Rotondi
- Signore di Campora e Palagianello
- Nobile con i predicati di Cerro
- Nobile con i predicati di Castelforte
- Nobile con i predicati di Fratte
- Nobile con i predicati di Coreno
- Nobile con i predicati di Spiano-Sujo
- Nobile con i predicati di Castronorato
- Nobile con i predicati di Moranola
- Nobile con i predicati di Forli
- Nobile con i predicati di Montenegro
- Nobile con i predicati di Conna
- Nobile con i predicati di Castelnuovo Paterno
- Membro Permanente della Giunta Esecutiva del Gran Consiglio del Sinedrio del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli
Bibliografia
- Historia Genialogica della Famiglia Carafa divisa in tre libri 12.
- Treccani Dizionario Biografico degli Italiani CARACCIOLO Bartolomeo, detto Carafa di Carlo De Frede – Volume 19 – (1976).
- Clelia Gattagrisi in “le più antiche carte dell’Archivio Caracciolo Carafa“.
Fonti consultate
- Archivio Caracciolo Carafa di Santeramo, Archivio di Stato di Bari.
- Le più antiche carte dell’archivio Caracciolo-Carafa di Santeramo, Clelia Gattagrisi, 1979.
- I Caracciolo di Sant’Eramo, consultato il 12/09/2017.
- Caracciolo di Sant’Eramo e Caracciolo Carafa, consultato il 12/09/2017.
- Nelle Giornate Europee del patrimonio Bari invita a conoscere la famiglia Caracciolo Carafa, Cristina Pierangeli, BariLive.it, 25/09/2011, consultato il 12/09/2017.
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Note
- La scelta di questo Jeronimo richiama tanto il cognome del Principe, ma particolarmente lo Stemma della Casata che reca una stadera di ferro al naturale al di fuori dello scudo. La scelta è altresì un omaggio ad un Simbolo che richiama immediatamente i concetti di equilibrio, giustizia, misura ed armonia, tutti principi profondamente radicati nella Tradizione Ermetica, che ritroviamo sin dai primordi nella psicostasia Egizia. Il rito, descritto nel Libro dei Morti (capitolo 125), era il momento cruciale per l’accesso all’aldilà, ove il cuore considerato la sede della coscienza e delle azioni terrene, veniva posto su un piatto di una Bilancia sacra, contrapposto alla piuma di struzzo della dea Maat (simbolo di verità e ordine cosmico). © Archivio Storico del Rito Egizio Tradizionale, Fondo Roma, Serie Fratelli XX Secolo, busta 3.
- Archivio Storico del Rito Egizio Tradizionale, Fondo Roma, Serie Fratelli XX Secolo, busta 3.
- Libro d’Oro Napoletano – Archivio di Stato di Napoli – Sezione Diplomatica.
- Come da verbale di deposito a cura della Soprintendenza Archivistica per la Puglia del 25 luglio 1989.
- Il passaggio avvenne sotto la supervisione del Principe don Francesco, con convenzioni stipulate il 16 marzo 1995 e il 29 luglio 1998.
- © Archivio Storico del Rito Egizio Tradizionale, Fondo Roma, Serie Fratelli XX Secolo, busta 3.
- Archivio Storico del Rito Egizio Tradizionale, Fondo Roma, Serie Fratelli XX Secolo, busta 3.
- Domenico Vittorio Ripa Montesano, Origini del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli, ISBN 9788894296488.
- Libro d’Oro della Nobiltà Mediterranea
- Nobili Napoletani
- Famiglie Nobili Napolitane
- Biblioteca Napoletana