Francesco d’Eboli
Francesco d’Eboli, 2° Duca di Castropignano (Castropignano, 24 febbraio 1693 – Napoli, 20 gennaio 1758), fu un militare, diplomatico, massone ed ermetista italiano, noto negli ambienti ermetici con lo Jeronimo di Lux 1 2.
Don Francesco d’Eboli nacque a Castropignano nel 1693, primogenito di don Domenico d’Eboli, primo Duca di Castropignano, e di donna Concetta Caracciolo. La famiglia d’Eboli, di antica nobiltà, vantava origini normanne e possedeva numerosi feudi nel Regno di Napoli, tra cui Castropignano e Trivento. Il Casato godette di nobiltà a Capua e a Napoli, nei Seggi di Capuana e Porto 3 4.
Durante la guerra di successione spagnola, don Francesco si schierò con i Borbone, ponendosi al servizio del Re di Spagna Filippo V. Nel 1707, con il passaggio del Regno di Napoli agli Asburgo, perse i diritti ereditari sul feudo paterno, ottenendone la restituzione solo in seguito al trattato di Vienna del 1725, che sancì la pace tra Filippo V e l’imperatore Carlo VI 5.
Nel 1733, con il grado di tenente generale, partecipò, sotto il comando del conte di Montemar, alla conquista delle Due Sicilie per l’infante Carlo di Borbone. Comandò le truppe spagnole nella loro prima azione del conflitto, espugnando il 24 dicembre la fortezza di Aulla in Lunigiana 6 7.
La conquista fu celebrata dal poeta della corte di Parma Carlo Innocenzo Frugoni, che compose per l’occasione un sonetto dedicato al Duca 8.
Si distinse nella battaglia di Bitonto del 24 maggio 1734, dove fu luogotenente della cavalleria del Regno di Napoli. Successivamente, comandò le milizie napoletane che occuparono Pescara nel luglio 1734.
Il 28 maggio 1735, sposò donna Zenobia Revertera, figlia di Nicola Ippolito, 4° Duca di Salandra, e di donna Aurelia d’Evoli. La coppia ebbe tre figli: Concetta, morta in tenera età; Maria Giovanna, che sposò Giovanni Milano e fu madre di Michele Maria; Mariano, che sposò Livia Gargano.
Nel 1737, Francesco d’Eboli fu insignito del titolo di Grande di Spagna di prima classe. Fu nominato Cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro e Cavaliere dell’Ordine di San Gennaro. Ricoprì cariche di rilievo come Presidente della Giunta di guerra del Re di Napoli, Consigliere di Stato, Colonnello delle Guardie Italiane e Capitano Generale del Regno di Napoli 9.
Nel 1739, fu nominato ambasciatore a Parigi. Nel 1741, allo scoppio della guerra di successione austriaca, fu richiamato in patria per prendere il comando delle operazioni in Lombardia. Nell’agosto del 1742, fu costretto a ritirarsi dopo che la Gran Bretagna minacciò il bombardamento navale di Napoli 10.
Successivamente, nel 1740, Carlo di Borbone nominò don Francesco d’Eboli, Duca di Castropignano, come nuovo Capitano Generale. Questa scelta segnò un importante passo verso la “nazionalizzazione” dell’apparato militare, riducendo la dipendenza da ufficiali stranieri e rafforzando il legame tra la monarchia Borbonica e l’aristocrazia del Regno 11.
Il Duca don Francesco, era ritenuto uno dei migliori uomini d’armi napoletani dell’epoca 12, nel 1744, partecipò alla vittoriosa Battaglia di Velletri 13 14 15, che si tenne a cavallo del 19 e 20 giugno di quell’anno, nel contesto della Guerra di Successione Austriaca (1740–1748), contro gli eserciti austriaci, scongiurando il rischio che gli Asburgo potessero tornare in possesso del Regno di Napoli. Da un lato erano schierate le truppe borboniche del Regno di Napoli, guidate da Re Carlo di Borbone (futuro Carlo III di Spagna), affiancato da generali quali Giuseppe di Lorena, conte d’Harcourt, sull’altro schieramento le truppe imperiali austriache del generale Otto Ferdinand von Traun.
L’esito fu una vittoria borbonica, importante per la stabilizzazione del Regno di Napoli sotto la dinastia borbonica. Questa battaglia si rivelò per il Duca don Francesco, di grande importanza non solo per ritorno personale e di prestigio nei confronti del Re che ne ebbe da questa vittoria, ma anche perché entrò in contatto diretto e stretto con don Raimondo di Sangro Principe di San Severo, il quale appena ventottenne all’epoca, partecipò attivamente alla battaglia con il comando del Reggimento Provinciale di Capitanata, da lui stesso allestito ed addestrato a proprie spese, formato da uomini reclutati principalmente tra i suoi feudi in Puglia e nel Regno di Napoli 16 17 18 19.
Il Comando del Principe di San Severo di questa Compagnia di fanteria all’interno delle forze napoletane, lo pose al fianco del Duca di Castropignano comandante di una delle divisioni principali dell’esercito napoletano-borbonico 20 21 22 23 24.
Durante questa campagna di guerra l’esperienza tanto bellica quanto umana, cementò i già preesistenti rapporti fra i due Gentiluomini, che nel rischio della Battaglia condivisero il loro destino. Si narra nelle memorie trasmesse “da bocca ad orecchio” all’interno del Rito Egizio Tradizionale, che il Duca don Francesco domandò di farsi Iniziare sulla spada dal Principe di San Severo, nel timore che se l’esito della battaglia non avesse avuto esito fausto, avrebbe affrontato la morte avendo comunque ricevuto la Luce Massonica 25.
Questa esperienza di vita ebbe sul Duca don Francesco un peso importante, perché lo portò benché già maturo ad intraprendere la via Massonica facendosi iniziare nella Loggia Perfetta Unione della quale ne era divenuto da poco Venerabile Maestro 26.
Questo rapporto fraterno, l’alto lignaggio del Duca e la sua profonda sensibilità, lo portarono ad accedere progressivamente nel Cerchio Interno Ermetico dei Gentiluomini che gravitavano intorno al ristretto Cenacolo Alchemico del Principe di San Severo, il quale lo volle fra i primi componenti della Rosa d’Ordine Magno e quindi fra i Fratelli fondatori del Rito Egizio Tradizionale 27.
I crescenti impegni militari del Duca di Castropignano dopo la battaglia di Velletri del 1744 e la successiva riorganizzazione delle forze armate borboniche, portarono il Re Carlo di Borbone a nominare il Duca don Francesco d’Eboli Comandante Generale della Cavalleria del Regno di Napoli, nel 1746 Presidente del Consiglio di Guerra. Fu elevato alla presidenza del Consiglio Supremo di Guerra, organismo di alta direzione militare istituito da Carlo di Borbone per riformare l’esercito secondo modelli ispanico-francesi e nel 1747 – Gran Connestabile del Regno una carica prevalentemente onorifica ma ancora legata alla supervisione militare nelle grandi parate e nella gestione delle milizie cittadine 28 29 30 31 32.
Tutti questi prestigiosi incarichi militari ed in seguito civili poiché il Duca, fu nominato anche Gentiluomo di Camera, facendolo rientrare nella ristretta cerchia dei nobili preposti al servizio personale e cerimoniale del sovrano 33 34 ed a seguire Consigliere intimo del Re 35 36 37 38 impegnarono il Duca al punto che non riuscì a poter accedere nella Prima Corolla dei Gentiluomini che fondarono il 10 dicembre del 1747 la Rosa d’Ordine Magno, ma fu fra i primi che ebbe accesso alla Seconda Corolla che a breve consolidò la Prima, accrescendone la cerchia per novero, prestigio e spessore, avendo al suo interno il milieu della Nobiltà Napolitana, Alti Ecclesiastici, Diplomatici e Militari del maggiore Rango 39
Francesco d’Eboli passò aldilà del Velo a Napoli, il 20 gennaio nel 1758 40.
Titoli e Incarichi 41
- Duca di Castropignano
- Grande di Spagna di prima classe dal 1737
- Cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro
- Cavaliere dell’Ordine di San Gennaro
- Consigliere intimo del Re
- Presidente della Giunta di guerra del Re di Napoli
- Consigliere di Stato
- Colonnello delle Guardie Italiane
- Capitano Generale del Regno di Napoli dal 1740
- Ambasciatore a Parigi
- Gentiluomo di Camera
Bibliografia
- Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 42 (1993), voce “Francesco Eboli” a cura di Felicita De Negri.
- Raffaele Ajello, La vita politica napoletana sotto Carlo di Borbone: la fondazione ed il tempo eroico della dinastia, Napoli, 1972.
- Raffaele Colapietra, Vita pubblica e classi politiche del Viceregno napoletano (1656-1734), Roma, 1961.
- Romeo De Maio, Dal sinodo del 1726 alla prima restaurazione borbonica del 1799, Napoli, 1972.
- Michelangelo Schipa, Il Regno di Napoli al tempo di Carlo di Borbone, Napoli, 1904.
- Francesco Sforza Cesarini, La guerra di Velletri, Roma, 1891.
- Antonio De Sivo, Storia delle Due Sicilie dal 1734 al 1825, Napoli, Tipografia della Società Filomatica, 1859, vol. I, pp. 64-69.
- Archivio di Stato di Napoli, Sezione Militare, Fondo “Guerra di Successione Austriaca”, cartella 30, docc. 208-210.
- Felicita De Negri, “EBOLI, Francesco”, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, Volume 42, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1993 (EBOLI Francesco – Enciclopedia – Treccani).
- Raffaele Ajello, “La vita politica napoletana sotto Carlo di Borbone: la fondazione ed il tempo eroico della dinastia”.
- Wikipedia in Francesco Eboli, duca di Castropignano.
- Raffaele Colapietra, “Vita pubblica e classi politiche del Viceregno napoletano (1656-1734)”.
- Wikipedia in Francesco Eboli, duca di Castropignano .
- Romeo De Maio, “Dal sinodo del 1726 alla prima restaurazione borbonica del 1799”.
- Michelangelo Schipa, “Il Regno di Napoli al tempo di Carlo di Borbone”
- Francesco Sforza Cesarini, “La guerra di Velletri”.
- In Nobili Napoletani : “Famiglia d’Eboli o d’Evoli“.
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Note
- La scelta del suo Jeronimo, pur di matrice Latina, fu ispirata anche dallo studio dei misteri dell’Antico Egitto e si riferiva proprio alla Luce (Akhet e ḥꜥw ). Nell’opera del 1971 di Hornung Erik “Der Eine und die Vielen” (tradotto in italiano come “l’Uno e i Molti”), la “ḥꜥw” rappresenta l’emanazione luminosa divina, la gloria visibile della divinità, la potenza della Luce, che era il principio assoluto della creazione, conoscenza e vita. La Luce era quindi l’essenza stessa della creazione, non un semplice fenomeno fisico ma una realtà spirituale e divina. Va altresì rammentato che nei Templi di Heliopolis (l’antica Iunu), la città del Sole, i Sacerdoti usavano l’espressione “essere Figlio della Luce“. Archivio Storico del Rito Egizio Tradizionale, Fondo Napoli, Serie Fratelli XVIII Secolo, busta 10.
- Pyramid Texts, Utterance 606, e cf. Libro dei Morti, cap. 125. Confessione Negativa – Ed. Budge, Hornung: per indicare “l’iniziato che aveva conosciuto l’Origine“.
- Famiglia d’Eboli o d’Evoli – in Nobili Napoletani
- Wikipedia Famiglia D’Evoli
- Francesco Eboli, duca di Castropignano
- Francesco Eboli, duca di Castropignano.
- Michelangelo Schipa, Il Regno di Napoli al tempo di Carlo di Borbone, Napoli, 1904.p.104.
- Carlo Innocenzo Frugoni, Sonetto CXLIV, in Opere poetiche, vol. 1, Parma, Stamperia Reale, 1779, p. 146.
- Famiglia d’Eboli o d’Evoli – Nobili Napoletani
- Francesco Eboli, duca di Castropignano.
- Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 42 (1993), voce “Francesco Eboli” a cura di Felicita De Negri.
- Giuseppe Mazzella, Compendio delle vite illustri napoletane, Napoli, Tipografia del Giornale Enciclopedico, 1845, pp. 312-315.
- Castruccio Buonamici, Memoria sulla giornata presso Velletri del MMDCCXLIV traduzione dal latino di Nicola Zehender, Napoli, 1802.
- Francesco Eboli, duca di Castropignano
- Nobili Napoletani
- Don Raimondo non solo sovvenzionò il suo reparto, ma curò personalmente la formazione e l’addestramento militare degli uomini provenienti prevalentemente ed arruolati nei feudi nella Capitanata, tra cui San Severo, Torremaggiore, Castelluccio, Casalvecchio e Dragonara. Durante i combattimenti guidò personalmente un contrattacco contro le truppe austriache che tentavano di sfondare il fianco sinistro dello schieramento borbonico Il corpo da lui comandato ebbe un ruolo rilevante nel tenere le posizioni in un settore chiave, impedendo l’accerchiamento delle truppe napoletane.
- Benedetto Croce, Storie e leggende napoletane, Bari, Laterza, 1919, cap. VI, pp. 132-138.
- Gennaro Aspreno Galante, Il Principe di Sansevero: vita e opere di Raimondo di Sangro, Napoli, 1870, pp. 54-59.
- Carlo De Frede, Il Regno di Napoli durante la Guerra di Successione Austriaca, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1969, pp. 145-152.
- Archivio di Stato di Napoli, Sezione Militare, Fondo “Guerra di Successione Austriaca”, cartella 30, docc. 208-210.
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- Archivio di Stato di Napoli, Sezione Militari, Fondo Guerra di Successione Austriaca, cartella 27, documento 114.
- A cura del Sovrano Gran Hyerophante Generale e Gran Maestro Fratello Logos “Rito Egizio Tradizionale Storia Riti e Miti” – Napoli 7 luglio 2017 ISBN 9788894296433.
- Domenico Vittorio Ripa Montesano “Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale” – Napoli 2011 ISBN 9788894296402.
- A cura di Domenico Vittorio Ripa Montesano, Ristampa Anastatica degli Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli – Edizione Originale riservata Napoli 1911 – Ristampa Napoli 2017 ISBN 9788894296419.
- Archivio di Stato di Napoli, Fondo Real Casa, Sezione Militare, busta 172, documenti 28-44 (nomina a Comandante della Cavalleria, 1745): «A Sua Eccellenza Don Francesco d’Eboli, Duca di Castropignano, si conferisce il Comando Generale della Cavalleria del Regno, in segno di fedele servizio reso nella passata guerra.»
- Giuseppe Coniglio, Carlo di Borbone e il Regno di Napoli, Ed. Laterza, Bari, 1964, p. 302: «Francesco d’Eboli, Duca di Castropignano, ebbe dopo Velletri la suprema direzione della cavalleria napoletana, divenendo nel 1746 anche Presidente del Consiglio di Guerra.»
- Carlo De Frede, Il regno di Carlo di Borbone a Napoli (1734-1759), Edizioni ESI, Napoli, 1973, p. 249: «Tra i nobili più fedeli alla causa borbonica figurava il Duca di Castropignano, Francesco d’Eboli, premiato con la Presidenza del Consiglio di Guerra nel 1746.»
- Nicola Vivenzio, Istoria delle finanze del Regno di Napoli, Napoli, 1812, tomo II, p. 433: «Il Duca di Castropignano, oltre ad aver retto il comando della cavalleria, fu elevato nel 1747 alla dignità di Gran Connestabile del Regno.»
- Archivio Borbonico, Sezione Corte e Milizie, fascicolo 1747/IV: Documento ufficiale di nomina di Francesco d’Eboli a “Gran Connestabile” con attribuzioni onorifiche e rappresentative.
- Tale incarico era eminentemente onorifico e civile, legato al cerimoniale di corte, e conferito a nobili di alto lignaggio. Archivio di Stato di Napoli, Fondo Real Casa, serie “Ufficio di Camera”, vol. 12, atto del 2 maggio 1745: «Don Francesco d’Eboli, Duca di Castropignano, viene ammesso nel novero de’ Gentiluomini di Camera con esercizio e con facoltà di presenza alle udienze private di Sua Maestà.»
- Gennaro Maria Monti, La Corte di Carlo di Borbone a Napoli, Ed. ESI, Napoli, 1955, p. 144: «Tra i Gentiluomini di Camera di primo rango si annovera il Duca di Castropignano, Francesco d’Eboli, la cui influenza personale era riconosciuta, ancor più che il suo ruolo militare.»
- La funzione di Consigliere intimo era una carica di alta fiducia, civile e politica, non militare, rivolta a collaborare direttamente col sovrano nella gestione degli affari di stato e di corte.
- Carlo De Frede, Il Regno di Carlo di Borbone a Napoli (1734-1759), Edizioni ESI, Napoli, 1973, p. 302: «Il Duca di Castropignano, Francesco d’Eboli, oltre i suoi compiti militari, esercitava una rilevante influenza nella sfera civile come Consigliere intimo del Re.»
- Archivio Borbonico, Sezione “Consulta di Stato”, Registro delle nomine 1746, foglio 88: «Si determina la nomina del Duca di Castropignano a Consigliere Intimo, per lealtà dimostrata e comprovata prudenza nel consiglio degli affari di Stato.»
- Nicola Vivenzio, Storia del Regno di Napoli sotto Carlo III di Borbone, Napoli, 1812, Vol. II, p. 478: «Francesco d’Eboli, distinto tra i Consiglieri intimi, influenzò non poco certe deliberazioni di corte, a titolo personale più che per funzione ufficiale.»
- Archivio Storico del Rito Egizio Tradizionale, Fondo Napoli, Serie Fratelli XVIII Secolo, busta 10.
- Francesco Eboli, Duca di Castropignano
- Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d’Italia, vol. 1 e 6, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1875, ISBN non esistente.